Gerusalemme. La kosher revolution del ristorante Jacko’s Street
State facendo una kosher revolution in cucina?
Zakai Hooja annuisce. È lo chef patron del Jacko’s Street al bordo del Mahane Yehuda, il mercato della città nuova di Gerusalemme, che ci ha appena dato una visione diversa della cucina tradizionale. Il suo intento, ci spiega è dimostrare che il cibo kosher è buono quanto quello non kosher.
Gli ingredienti sono quelli kosher e non si potrebbe chiedere diversamente in un ristorante che osserva i tempi e i modi della cultura ebraica.
Ma lo chef trentenne alza la qualità degli ingredienti e soprattutto la presentazione. Il locale strizza l’occhio ai clienti giovani e internazionali. Interior design e colonna sonora sono molto differenti dai locali tradizionali che si affacciano sulle strade intorno al mercato.
Mangiare un falafel tradizionale o un hummus non è molto difficile, ma fare un’esperienza in un ristorante moderno è un’altra cosa, spiegano Noam e Assaf Rizi, i fratelli proprietari del ristorante Adom che hanno scelto di farci assaggiare questo locale.
“Jacko”, il nick name di Zakai, ci tiene a sottolineare l’origine delle materie prime che in tutto e per tutto sono kosher. Il mercato è lì, basta salire la strada di fronte per trovare la pescheria del padre. Un vantaggio per lo chef e i commensali.
Pane, focaccia e salsine d’ingresso arrivano insieme. Yogurt, melanzana affumicato e aglio da una parte, coriandolo, menta e peperoncino dall’altro. Meglio la prima meno arrabbiata.
Con il salmone si fa un po’ di slalom tra le punte più piccanti e speziate delle creme di sottofondo. L’effetto wasabi è sempre dietro l’angolo. Il pesce gioca sugli accostamenti che per i tradizionalisti locali sono tra l’inaspettato e il folle.
Il Jacko’s è rinomato per gli hamburger e per la carne, ma Zakai ha intenzione di farci assaggiare il percorso più creativo.
Spiazzano le polpette di pesce e facciamo fatica a comprendere di quale pesce si tratti (e sì che di fronte ho Viviana Varese e Sandra Ciciriello, cioè il ristorante stella Michelin Alice a Milano), ma l’incontro con le cipolle marinate e caramellate soddisfa.
Nonostante la pescheria di famiglia, è con la carne che lo chef si esprime al meglio. I ravioli ripieni di carne brasata sono molto buoni.
E anche la “bruschetta” di manzo impiattata tra strisciate di onnipresente prezzemolo è buona al pari della carne accompagnata dalle melanzane.
Il piatto della serata sono le animelle, cotte che nemmeno a Roma sono così facili da trovare. Le spilucchiamo soddisfatti tra l’abbondante verdura di accompagnamento.
Ancora uno spazio per una carne al sangue morbida e basica mentre guardiamo in cucina una bistecca “impiccata” per far sciogliere lentamente la marezzatura.
Al capitolo dolci diamo (quasi) forfait. Gelati, creme e nutella hanno un effetto festival aumentato dalla condivisione che è tratto comune a tutte le pietanze che vengono servite.
Io vi consiglio di appuntare l’indirizzo per quando sarete stanchi di mangiare iper tradizionale come ogni buon turista alla scoperta del tipico che più tipico non si può. E provare le animelle o la carne servita in tante maniere.
Da “Jacko” vi divertirete e spenderete l’equivalente di 20-30 €. Mica male, non vi sembra?
Jacko’s Street (Kosher). Mahaneh Yehuda. Gerusalemme. Tel. +00972 2 581-7178