Hamburger nero. Lo abbiamo assaggiato a Kyoto. Ecco com’è!
Siete rimasti colpiti dall’impasto nero per la pizza. E anche dalla notizia che all’altro capo del mondo, in Giappone, Burger King ha inventato l’hamburger nero.
All’altro capo del mondo dove sono io. E dove ho assaggiato il panino nero commercializzato per un periodo limitato.
A Okinawa il Burger King di Naha non li aveva a menù, meno male, posso mangiare sushi e sashimi (il migliore assaggiato in Giappone fin ora) più tranquillo. In compenso ho assaggiato le birre di un birrificio locale, l’Helios Pub. 6 birre, tutte a 5°: la light lager di casa, la Goya Dry, una german lager, una weiss, una white ale, una pale ale e una porter. Nulla per cui strapparsi i capelli, ma col caldo che fa sono strategiche e servono allo scopo.
Seconda tappa, Miyazaki. Non ho cercato il Burger King, impegnato come ero a dividermi tra il Celt, irish pub a 10 minuti dalla stazione centrale e il Beer Market Base, lì vicino, dove bere birre craft giapponesi e non, buone per carità ma caro e arrabbiato, da 8 a 10 € per una pinta americana.
Kyoto, nella ex capitale c’è solo un Burger King, a Sanjo, quartiere tutto centri commerciali a 10 minuti da Gion, quello delle Geiko (Geishe in kiotense). Mi affaccio e vedo il cartello con i due tizzoni neri.
I panini sono due: Pearl e Diamond.
Il primo è solo carne formaggio e salsa, il secondo è il classico cheese con pomodoro lattuga e cipolla.
Entro.
”Konnichiwa, kuro diamond menù kudasai”, chiedo gentilmente nel mio fluente (?!) giapponese, e siccome non mi piace la cipolla aggiungo ”surimasen, no onion”.
Pochi minuti ed è pronto. Nero il vassoio, nero il packaging.
Se ci mettevo una coca zero era nero pure il bicchierone; invece è rosso.
Il pane è annerito con carbone alimentare di bamboo. Si percepisce un sapore diverso ma non di carbonizzato o affumicato, tende a rimanere basso. Non allappa e non fa il mapazzone.
Il formaggio cheddar e la salsa sono aneriti col nero di seppia. Il formaggio ha perso il classico sapore da cheeseburger mentre la salsa l’ho trovata eccessivamente speziata.
La carne ha un eccedenza di pepe: a ”cuore aperto” presenta un livello di macinatura gradevole all’occhio, una texture a grana media, cotta abbastanza bene, non è stoppacciosa.
Onestamente è buono nel senso non salutare del termine ma di appagamento della gola vizio capitale.
Ma ho tanto l’impressione che questa storia dell’ edizione limitata solo in Giappone richiami più l’interesse dei turisti che quello dei nipponici.
E immagino che non avrete fatto il biglietto per il Giappone per assaggiare questo hamburger nero. O sbaglio?
[Immagini: Adriano Desideri, blog.you-ng.it, lettera 43]