Heinz Beck va ad Agerola per dirigere l’Università dell’Alta Cucina
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Rimessa a disposizione della collettività, l’ex Colonia Montana d’epoca fascista nasce a nuova vita come il Campus Principe di Napoli, università e scuola di alta cucina per preparare i cuochi, i sommelier ma anche i manager della ristorazione di domani.
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Fortemente voluta dal sindaco di Agerola, Luca Mascolo, è stata realizzata in collaborazione con Pegaso Uiversità Telematica ( di cui è partner l’Universitas Mercatorum delle Camere di Commercio italiane) e con la Città del Gusto di Napoli del Gambero Rosso, e si avvale della prestigiosissima direzione scientifica di Heinz Beck, che ne sovrintende didattica e scelta dei docenti.
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L’offerta formativa comprende veri e propri corsi di laurea da 180 CFU in Gastronomia Ospitalità e Territori (8000 euro/anno), Scienze Turistiche e Scienze Economiche (3000/anno), divise tra didattica in aula, studio a distanza e stage, e naturalmente il Corso di Alta Cucina, in cui sono previste – tra le altre – docenze dello stesso Heinz Beck, di Riccardo D’Agostino, Giuseppe Molaro, Francesco Sposito, Vincenzo Candiano e Franco Pepe. I CFU maturati con il corso di Alta Cucina sono spendibili per il conseguimento della laurea in Gastronomia, Ospitalità e Territori, presso lo stesso ateneo. Tutti i corsi sono a numero chiuso, 40 studenti per i corsi di laurea, 20 per quelli di cucina.
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L’accademia è attrezzata con aule didattiche modernissime per ciascuna disciplina, sala congressi, ristorante, e 40 tra camere doppie e suites, per offrire anche vitto e alloggio agli studenti fuori sede. Inutile dire che è l’unica struttura del genere del Meridione, e vuole affiancarsi alle altre prestigiose scuole gastronomiche italiane – Pollenzo, Alma, Università dei Sapori – per iniziare a colmare un ritardo nell’offerta formativa e di servizi di cui il sud dell’Italia soffre da sempre.
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Naturalmente sono attivi anche corsi destinati a non professionisti, che però prendono in considerazione temi molto seri, come le intolleranze alimentari e la gestione delle allergie a cura del professor Mauro Minelli (12 ore), la valorizzazione delle nostre dop e igp a cura di Francesca Romana Barberini, il benessere applicato alla cucina, le essenze naturali, e naturalmente – vista la località, non poteva mancare un corso dedicato alle farine e alla pizza, condotto da Francesco Martucci e Ciro Salvo (tutti di 32 ore di lezione spalmate su 2 weekend).
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Un Campus di grandi vedute, tuffato sul golfo tra Napoli e Salerno, e di ampi spazi, come richiedeva l’architettura di regime, “Che oggi – ci spiega il direttore dell’istituto, Giuseppe Bianco – possono essere utilizzati anche per eventi a favore del territorio, come il Salone del Turismo, dell’ospitalità e della ristorazione, le “domeniche del gusto“, per la promozione delle eccellenze agerolesi, e servizi alle imprese agroalimentari, della ristorazione e dell’ospitalità“.
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Come non augurare al Campus Principe di Napoli un futuro glorioso come il nome che porta? Intanto l’ha scelto per la serata del kick off Risate e Risotti, il contest itinerante promosso da Luca Puzzuoli e arrivato ormai alla 14ma edizione, che ha dato modo al resident chef Nicola Naclerio, al Pastry Chef Resident Carmine De Stefano, e per l’occasione anche ad Antonio Villani sous chef del San Pietro di Positano, di sfoggiare saperi e creatività con gli ingredienti forniti dagli sponsor di Risate e Risotti, Riso Maremma, le cantine Decugnano dei Barbi e Feudi Spada, e l’ottimo olio extravergine del Frantoio Archibusacci. Ecco le loro proposte:
Cena degustazione Risate e Risotti.
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Stuzzichino freddo a base di polpo rosticciato con ravanelli, maionese senza uovo, patate dolci, vele di pane, fiori eduli e purè di zucca. Delicato, buono ma il polpo lo preferisco almeno tiepido.
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Antipasto di baccalà al vapore (si scioglieva in bocca) con cime di rapa, bastoncini di daikon e fiori. La parte vegetale del piatto era esaltata dalla lieve sapidità del baccalà, un vero e proprio preludio.
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Una superba bisque dava la tonalità al primo di linguine con gamberi, tartufo e panna acida, che l’aromaticità dei crostacei tendeva a sovrastare.
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Il risotto al provolone del Monaco, tipico di Agerola, profumato alla cannella con un pralinato di frutta secca mista, e il lampone essiccato era da applauso: un piatto delicato e intenso al tempo stesso, con un boccone diverso dall’altro, a seconda della prevalenza dell’uno o dell’altro componente. Croccante e dolce, oppure salino e cremoso, oppure fresco e acidulo. Davvero buono.
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Il secondo è un altro gran bel piatto, nella sua semplicità: filetto di cernia bianca al forno, bastoncini di carote e daikon, verdurine a brunoise e crackers ai semi di papavero, che regalano un che di tostato piacevole.
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Il dessert è un Saint Honoré con crema pasticcera (super) e lamponi, freschi e in forma di gelato, leggero nonostante la ricchezza.
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In degustazione l’Orvieto Superiore Doc Il Bianco di Decugnano dei Barbi, fermentato in acciaio a temperatura controllata, dove riposa per almeno sei mesi prima dell’imbottigliamento (tranne una piccola parte che va in barrique) e poi altri 6 mesi in bottiglia. Vino versatile, ha accompagnato con discrezione tutta la cena, con sentori di frutta gialla matura e note minerali, una sapidità accentuata che si traduce in buona persistenza.
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Sempre di Decugnano dei Barbi, buono anche il brut servito (ahimé) con il dessert, un Metodo Classico millesimato a base di Pinot Nero e Chardonnay al 50%, che sta sui lieviti 4 anni prima della sboccatura, minerale ed elegante con note di arachide tostata sul finale.
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Struttura, competenze ed entusiasmo sono il biglietto da visita del Campus Principe di Napoli, un bellissimo progetto che può cambiare la vita a tanti ragazzi e l’economia di un intero territorio. Speriamo che sia davvero così.
Campus Principe di Napoli. Via Salvatore di Giacomo 8 (Frazione San Lazzaro). Agerola (Napoli). Tel +39 800 721212