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13 Novembre 2021 Aggiornato il 14 Novembre 2021 alle ore 10:55

I tartufi di Briatore troppo grossi per essere di Alba: parte l’esposto ai NAS

Flavio Briatore posta un video con 7 tartufi di Alba comprati a 6.000 € al kg e scatena il putiferio. Per i tartufai italiani non sono veri
I tartufi di Briatore troppo grossi per essere di Alba: parte l’esposto ai NAS

Un video con enormi tartufi di Alba postati da Flavio Briatore su Instagram scatenano una polemica. Con tanto di esposto ai Carabinieri.

A presentarla, Riccardo Germani, presidente dell’Associazione nazionale tartufai italiani. Germani ha indirizzato l’esposto ai Nas e al ministero delle Politiche agricole e forestali. Per Germani si potrebbe configurare il reato di cui all’articolo 517 del Codice penale. Cioè vendita di prodotti industriali con segni mendaci.

La storia la racconta Repubblica partendo proprio dal video dei tartufi di Alba di Briatore.

Eccolo.

Il video e i prezzi dei tartufi di Alba di Briatore

Sono sette i tartufi di Alba che Briatore maneggia nel video per far apprezzare le caratteristiche e soprattutto la grandezza. Del tartufo più grosso mette online la fattura per certificarne la provenienza. E con esso il prezzo. 6.000 € al chilo che fanno 1560 € per il peso di 260 grammi.

Per smontare la polemica, Briatore aggiunge la sua nota alla foto.

CHI CERCA TROVA…
e noi il vero Tartufo Bianco d’Alba lo abbiamo cercato, trovato e comprato (a 6.000 euro al kg, per essere precisi).

Ecco la prova per chi ha scatenato il putiferio sulla autenticità e la provenienza dei nostri tartufi.

Fortunati quelli che potranno assaggiare i tartufi di Alba di Briatore con i tagliolini al Cipriani di Montecarlo.

Ma l’Associazione nazionale tartufai non ci sta e solleva dubbi sulla provenienza. La dicitura tartufo bianco di Alba o Acqualagna indica la specie di tartufo, cioè il tuber magnatum pico, ma non dove è stato trovato. Nelle Langhe ma anche altrove.

La considerazione che ha scatenato la polemica e l’esposto è che questa stagione povera di pioggia e troppo calda non ha favorito la crescita dei tartufi. Quindi la conseguenza è che i tartufi mostrati da Briatore non sono di Alba.

Circostanza smentita da Andrea Rossano, selezionatore di tartufi di Alba, che l’ha consegnato a Briatore. L’esemplare oggetto di discussione proviene dalle Rocche del Roero. Il selezionatore albese lo ha ritirato da un tartufaio che non rivela il nome come da prassi e la fattura è lì a testimoniarlo.

I tartufi devono essere tracciati

tartufi di Alba

Degli altri 6 tartufi di Alba mostrati da Briatore nel video, Repubblica chiede conto al ristorante Cipriani. Che conferma di averli presi da piccoli produttori piemontesi. Anche per loro vige la prassi dell’anonimato e il prezzo corrisposto è uguale a quello dell’esemplare più grosso. Quindi, 6.000 € al chilogrammo.

Ma Germani è scettico. È impossibile che tartufi così grossi come quelli mostrati da Briatore vengano da Alba e siano stati cavati dai tartufai tra Langhe e Monferrato.

Sarebbero quindi tartufi cavati all’estero e poi introdotti in Italia per essere venduti a Briatore come italiani.

L’Associazione nazionale tartufai italiani con l’esposto in pratica cerca di sollevare di nuovo la questione che sta più a cuore. Cioè la revisione della legge 1985 sulla ricerca dei tartufi. L’obiettivo è inserire come requisito la tracciabilità. In modo che tutti possano essere sicuri di acquistare veri tartufi di Alba compreso Briatore.

“Briatore può essere stato raggirato. Non basta che un tartufo sia venduto ad Alba, noi vorremmo che fosse indicato se è stato trovato lì, ma questo non è richiesto dalla legge. Invece, come avviene per altri prodotti, sarebbe importante”. Così spiega l’attenzione per i grandi tartufi di Alba di Briatore Riccardo Germani, presidente dell’Associazione nazionale tartufai italiani.

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