Il bon ton vieta di imboccare. O no?
Parigi. Lo confesso. A Paris des Chefs non ho focalizzato l’attenzione sul cibo tout court per cercare di comprendere le interazioni stabilite dalla coppia sul palcoscenico. Dove inizia il food e dove inizia il design, per dirla in breve. E c’è stato un episodio, quello di chiusura del primo giorno, che mi ha fatto sbellicare dalle risate per il connubio che gli organizzatori hanno creato.
Come da programma, sul palcoscenico della diretta Tv è salita una coppia. Lui chef, Grégory Marchand che a poco più di 30 anni ha aperto il suo ristorante Frenchie nel 2° arrondissement, lei Charlotte Brocard, designer.
Analogamente a quanto accaduto con altre proposte, subito prima Carlo Cracco e Sylvie Amar, ti aspetti un percorso su oggetti e concept. Invece, Charlotte è tutta concept, ma un concept che guardando le immagini appare a dir poco stravagante se non folle, anzi tutta la situazione sembra completamente folle (definizione molto gettonata e non solo in platea e non solo per questa performance). La designer studia il rapporto tra persone con il cibo quando si è seduti davanti al desco e ripercorre tutti quei divieti-ordini che i bambini/adolescenti ricevono e subiscono in nome del bon ton. Uno spasso.
Un tourbillon in cui Charlotte mostra le strane posate di “On ne se moque pas des autres à table” e chiede a Sébastien Demorand di bere nel doppio bicchiere unificato, si pensa di raggiungere l’apoteosi quando va in onda sul maxi schermo il filmato “On ne mange pas debout”, in cui tutti le mani dei commensali sono legate ed è necessaria una sincronizzazione per poter mangiare, ma in effetti nonsi sono visti all’opera alcuni volontari replicare “On ne fait pas la course en mangeant” con il commensale che imbocca il dirimpettaio servendosi di lunghissime posate.Il sito è da guardare per intero ricordando i divieti che maggiormente davano/danno fastidio…
Grégory Marchand si diverte e riesce anche a raccontare del suo ristorante loft alla maniera newyorkese e dell’importanza del colore, del visual. Il suo piatto è rosso d’ibiscus e i volontari riescono anche ad imboccarsi per assaggiarlo. Chiedo a una giovane com’era. “Divertente”. Va bene, vocabolario gastronomico arricchito!
Foto: Francesco Arena