Fast food vs slow food. L’America scopre la denominazione di origine
Metti che anche in America sboccia l’amore per le Dop. Metti che dopo l’ingresso della Cina nel registro europeo dei prodotti certificati, persino gli Stati Uniti si accorgono che lgp è bello.
Non siamo ancora al declino del modello alimentare made in Usa ma una breccia in uno dei mercati meno vocati alla qualità è ormai aperta. A farsi largo è un piccolo manipolo di prodotti a Indicazione Geografica (IG) censito per la prima volta da Richard Mendelson and Zachary Wood, due studiosi dell’Università di Berkeley per conto dell’organizzazione oriGIn.
Parliamo, tra gli altri, di Re Salmone (King Salmon) e di vino della California, di vino dell’Ohio e della carne di manzo dell’Indiana, del caffè delle Hawaii e delle mele del Michigan, delle patate della California e del gamberetto selvatico americano. Prodotti che, proprio come in quelli Di Origine Protetta e a Indicazione Geografica Protetta europei, presentano un forte legame con il territorio ma che, diversamente da quelli censiti nell’apposito Registro dell’Ue, non sono ancora riconosciuti dagli Usa come prodotti meritevoli di tutela.
A guidare l’offensiva della riconoscibilità geografica ci sarebbero i produttori di vino della California che, come spiega il settimanale Italia Oggi, “guardano al sistema europeo per una protezione delle loro bottiglie più efficace rispetto al sistema dei marchi privati che esiste in Usa”. Ma il dato è tratto per l’intera organizzazione che le riunisce e che con lo studio dell’Università di Berkeley lancia “un invito al dialogo delle IG americane” con l’Europa. Se son rose fioriranno.
[Link: Italia Oggi, qualivita.it Immagini: elcentrotranslations.com]