La mozzarella pugliese è Dop, vince Gioia del Colle, perde la Campania
La prima a dire no alla mozzarella pugliese DOP, nel 2017, è la Campania.
Comprensibilmente direte voi, essendo la regione della famosa mozzarella di bufala DOP. Che peraltro –particolare non secondario– sviluppa un volume d’affari da mezzo miliardo di euro.
Affermano i campani che i consumatori potrebbero confondersi trovando in commercio una nuova mozzarella DOP. Ma viene difficile pensare alla confusione visto che la mozzarella pugliese è di latte vaccino. Che si tratti di treccia o provolina, di bufala DOP ne resterà una soltanto.
Meno scontata l’opposizione della Germania. Invece, nel 2019, i tedeschi estendono la guerra della mozzarella a tre partecipanti.
Sono i consorzi della Bavaria, con importanti fette di mercato, a fare ricorso. Temono che una nuova denominazione –mozzarella pugliese DOP, appunto– tagli fuori dalle vendite i prodotti che non possono fregiarsene. Tipo i loro.
Ma non è servito. La notizia del giorno è che, dopo tre anni di battaglia senza esclusione di colpi, anche la mozzarella pugliese diventa Dop.
Da oggi, i 130 caseifici della Murgia barese e tarantina, distribuiti in 22 comuni, tutti produttori della mozzarella di Gioia del Colle, possono fregiarsi della nuova denominazione. In questo modo il numero dei prodotti italiani protetti da un disciplinare sale al bel numero di 311.
Significa qualcosa sul piano economico la nuova denominazione? Intanto va detto che il fatturato stimato per il latticino pugliese tocca i 100 milioni di euro. Secondo i dati di Coldiretti Puglia, il nuovo riconoscimento europeo porterebbe a un aumento di valore del 25 per cento.
Da ultimo, va precisato per i nostri esigenti lettori, che il latte di bufala ha un sapore molto diverso da quello vaccino. Soprattutto per il contenuto di grassi, dato che nella mozzarella di bufala è presente un elevato quantitativo di caseina e di acidi grassi a catena corta.