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15 Dicembre 2012 Aggiornato il 17 Maggio 2024 alle ore 17:11

La parte degli angeli. Come Ken Loach manda il whisky in Paradiso

E' uscito in Italia l’ultimo film di Ken Loach, “La parte degli angeli” (The Angels’ Share-2012), premio della Giuria al Festival di Cannes
La parte degli angeli. Come Ken Loach manda il whisky in Paradiso

E’ uscito in Italia l’ultimo film di Ken Loach, “La parte degli angeli” (The Angels’ Share-2012), premio della Giuria presieduta da Nanni Moretti al Festival di Cannes di quest’anno ed è stato veramente sorprendente vedere con quale abilità e capacità introspettiva il regista abbia accostato la difficile vicenda del protagonista a quella di una preziosa (scomparsa e poi ritrovata) botte di uno splendido single malt prodotto diversi decenni prima da una distilleria chiusa da tempo.

E’ una bella storia di redenzione etico-professionale in cui il protagonista e alcuni suoi compagni di ”sventura” (destinati dal giudice al lavoro sociale invece che al carcere) scoprono, grazie a quest’esperienza, un mondo sino ad allora per loro sconosciuto.

Scoperta ancor più stupefacente in quanto il film si svolge in Inghilterra. In breve, e senza voler togliere più di una sorpresa a chi andrà al cinema a vederlo, “La parte degli angeli” racconta l’intreccio del destino dei protagonisti con quello della superpreziosa botte di whisky, bandita in un’asta milionaria (di sterline!) per ricchi e appassionati collezionisti.

La parte degli angeli è quella piccola percentuale di whisky (2% circa) che, durante l’invecchiamento in botte, svanisce, evapora attraverso il legno e si dissolve nell’aria per essere offerta appunto agli angeli. Un liquido prezioso che però, in tanti modi diversi, può arrivare anche a noi e a volte ad alcuni angeli in terra: persone che con la loro dedizione agli altri hanno meritato (senza chiederlo) un grande regalo.

Ecco: Ken Loach approfitta di questa metafora per raccontare la sua storia, e nel farlo dipinge un bel ritratto del whisky e delle sue migliori caratteristiche e, aggiungerei, della sua purezza. In fondo parliamo di orzo e acqua di sorgente sapientemente elaborati per emozioni uniche da 4 scatti

Buona visione!

PS. per gli appassionati di cinema, di Ken Loach e di whisky single malt, l’occasione è imperdibile…

PPS. Doveste uscire dal cinema con una gran voglia di single malt, come è probabile, è consigliabile (avendo la fortuna di trovarlo) un Port Ellen, mitica distilleria ormai (ahinoi) chiusa.

[Carlo Bertilaccio. Immagini: bim, movieplayer.it, cinematografo.it]

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