La pizza di Briatore? Orrenda. Crazy siamo noi a spendere certe cifre
Voi lettori di Scatti di Gusto siete già edotti sul prezzo delle pizze di Flavio Briatore che ha aperto la terza pizzeria Crazy Pizza a Montecarlo dopo quella di Londra (di cui leggete la recensione) e a Porto Cervo.
Certo una pizza Margherita a 15 € o una pizza Marinara a 14 € fanno un certo effetto se non si aggiunge Montecarlo. Prezzo anche inferiore rispetto alle 15 sterline del locale londinese.
E se ci volete il tartufo per entrare nel vivo del crazy, preparatevi a sborsarne 45 di euro e 33,5 per la Pata Negra.
C’è chi si è lanciato in una recensione esclusivamente fotografica. Pratica condannata dai web critici ma che può essere accettata considerata la forte carica virale di Crazy Pizza.
Copio incollo per la parte prosciutto.
La margherita costa 15 euro (23.50 col prosciutto crudo, 8.50 di prosciutto crudo nemmeno nella Boutique del Pata Negra) e, a giudicare dalle foto promozionali, sembra tale e quale la margherita della pizzeria La Sventola di Usmate con Velate, con la differenza che lì costa 5.000 lire perché la pizzeria La Sventola non esiste più dal 1997 ma la pizza è uguale ad allora: pallida, coi bordi farinosi e bruciacchiati, un blob di pomodoro mescolato con mozzarella secca senza che sia possibile distinguere l’uno dall’altra.
Ma qui noi vogliamo discutere dei caratteri di quella che Briatore si ostina a chiamare pizza e che in una buona parte del mondo, non solo napoletano, definirebbero piadina.
Le prime polemiche sulle pizze di Briatore riguardano infatti l’aspetto delle pizze. Sono ben lontane dall’idea di pizza contemporanea – ma anche tradizionale napoletana – che vuole un cornicione con un’alta alveolatura ottenuta anche con alte idratazioni e lunghe lievitazioni.
La pizza orrenda di Flavio Briatore
A Briatore non piacciono. Le vuole sottilissime, crispy, con poco lievito che – secondo l’oleografia pizzesca – si accumula nello stomaco rendendole indigeribili.
E qui casca l’asino per alcuni clienti che hanno commentato sulla pagina Instagram “A me non sembrano lievitate al punto giusto”. “Belle fini come piacciono a me però non sono lievitate”. E ancora: “pane azzimo condito come una pizza… non chiamatela pizza per favore, chiamatela piadina”.
La categorizzazione della pizza, lo sappiamo, è affare molto complicato. Gli ortodossi della napoletana la bollerebbero come eresia. Le affibbierebbero dispregiativi come appunto piadina (ma che male vi ha fatto un’ottima piadina) o focaccia (tutto quello che non è tondo napoletano). Fino ad arrivare all’inferno del cracker o all’invettiva “tarallo“.
Ma le pizze di Briatore appartengono alla categoria “pizze fighissime” pensate per posti esclusivi e clienti VIP che non vuol dire Very Important Pizza.
Una pizza da palcoscenico che supera abbondantemente a destra le migliori realizzazioni di “pizza selfie”. Cioè quelle che si sfornano per diventare virali sui social e celebrare l’ego tutta farina e enzimi del pizzaiolo di turno.
Non ci credete?
Il video della pizza che vola
E allora guardate il video del pizzaiolo del Crazy Pizza di Montecarlo. Fa roteare un gigantesco disco di pasta sopra la testa come il più malcelato pizzaiolo patrimonio immateriale dell’Unesco.
Molto grande e molto vicino ai capelli tanto che più di un commentatore ha gridato allo scandalo.
“Non è igienico”, scrive un utente. È un altro gli fa eco: ”grande pizza con strusciata di capelli. È un’altra chiosa: ”Bello lo spettacolo ma io non la mangerei”.
Ed è qui che vi sbagliate. La pizza di Briatore è un effetto scenico e chi la mangia entra nell’olimpo dei mangiatori di pizza VIP
Come Roberto Parli, il marito di Adriana Volpe. Ha pubblicato il video nel quale si vede il pizzaiolo che fa volteggiare sopra la testa la pizza gigante.
Smettetela di farvi drizzare i capelli in testa alla vista delle pizze di Flavio Briatore. Chiedetevi piuttosto se davvero la pizza crazy è digeribile e amatissima come molti dicono.