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4 Ottobre 2012 Aggiornato il 7 Aprile 2019 alle ore 14:19

Lamentarsi di Rugiati vs Parodi e scoprire i precotti di Blumenthal

Simone Rugiati ha mandato un missile a Benedetta Parodi e il web gastro-effimero lo ha criticato per la presa di posizione. Chi ha ragione?
Lamentarsi di Rugiati vs Parodi e scoprire i precotti di Blumenthal

Sono bastati, nell’ordine sparso, uno spot per la Coca Cola (e tutti i gastroqualchecosa Apple dipendenti non dovrebbero comprare da Roscioli), la partecipazione al reality Pechino Express con fidanzata al seguito, l’apparizione alla presentazione romana del libro il Gusto ritrovato dove ha inforchettato piuttosto che utilizzare il mestolo e, infine, l’attacco alla regina del surgelato di fretta, della Coca Cola da cucina, del come viene viene (poi forse anche bene) Benedetta Parodi e il “povero” Simone Rugiati è finito sugli scudi.

La sua colpa: parlare di cucina quando non cucina e non sa nemmeno fare un Mars fritto.

Vuole assomigliare al cattivissimo Gordon Ramsey, mi dicono. Ma io che sono della provincia italiana, al massimo ho visto in tv Carlo Cracco digrignare i denti e Joe Bastianich cambiare la desinenza del suo cognome a Masterchef.

Poi scartabellando a destra e manca, ecco la notizia della prima Stella Michelin al pub-bistronomico-gastrotrattoria (ecc. ecc.) di Heston Blumenthal che già ne ha altre con il Fat Duck. E qui mi casca l’asino perché, nemmeno fosse Antonio Banderas alle prese con mulini e affini, lui pubblicizza una sorta di Quattro Salti in padella con guida a sinistra.

Heston Blumenthal non è certo un novizio del cibo pronto. La sua collaborazione con Waitrose, la catena di supermercati inglese, ha già all’attivo una lunga serie di prodotti da scaffale, preparazioni per replicare a casa un po’ della magia del grande chef. L’ultima nata, dopo “Heston from Waitrose” del 2010 e dopo il pudding natalizio che ha scatenato addirittura gli appetiti dei gastro collezionisti a 300 euri, è la linea “Dine-in with Heston”, 5 piatti al prezzo di 4,89 sterline che spaziano dalla lasagna al chili con carne passando per i maccheroni al formaggio, la shepherd’s pie e la fish pie, sapori da esaltare eventualmente con l’aggiunta di anice stellato (per il chili e la lasagna) e con olio al tartufo (per i macaroni cheese).

Tra l’altro Blumenthal non è l’unico top chef fulminato sulla via del ready meal. Joël Robuchon firma per la francese Fleury Michon una linea di cibi pronti con ambizioni gourmet come il pollo saltato con pasta al basilico o il pollo con salsa di foie gras e Armagnac e pasta.

Mi direte voi che uno chef pluristellato, inglese o francese, può prestare il suo volto ai maccheroni al formaggio o al pollo saltato con la pasta, mentre uno chef italiano, a-stellato ma molto richiesto per feste e importanti catering, non può spiegare come si fanno questi benedetti vermicelli al tonno. E non può criticare una collega tv, come si fa tra il 98% dei colleghi di una qualsiasi professione, dichiarandolo apertamente?

Simone non ti conosco ma, sappilo, mi devi un piatto – buono – per tutto questo!

[Link: finedininglovers.com. Immagine: FB/Theresa Tugade]

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