È mandragora velenosa, non spinaci. 10 intossicati a Napoli
La mandragora, piccola pianta presente lungo le coste mediterranee nota per le proprietà anestetiche, sedative e analgesiche, sembra innocua a leggere questa descrizione idilliaca.
Invece, velenosa com’è, ha mandato all’ospedale per intossicazione 10 persone, appartenenti a 3 famiglie diverse, che hanno tutte consumato lo stesso pasto, scambiando la mandragora per spinaci.
La verdura sfusa è stata acquistata in due negozi distinti, uno di Quarto e l’altro di Monte di Procida, in provincia di Napoli, che, a loro volta, avrebbero acquistato la sospetta mandragora da un grossista del Centro agroalimentare di Volla.
Dei 10 intossicati, al momento, solo un 44enne, ricoverato in rianimazione all’ospedale San Giuliano di Giugliano, è grave e versa in prognosi riservata.
I sintomi provocati dall’ ingestione della mandragora non sono uno scherzo: agitazione, confusione, allucinazioni e nei casi più gravi persino il coma.
Allarme nei comuni flegrei
Mentre i Carabinieri dei NAS, per precauzione, hanno avviato il ritiro dei lotti sospetti da fruttivendoli e market locali, i sindaci di diversi comuni stanno invitando i loro cittadini a non mangiare spinaci e bietole comprate nei giorni scorsi.
Allertati in particolare gli abitanti di Quarto, Bacoli, Monte di Procida, Monteruscello e Pozzuoli. Ma anche a Napoli si è diffusa la paura.
Mentre, stando alle indagini dei NAS, la mandragora scambiata per spinaci sarebbe partita dal mercato ortofrutticolo di Volla, e da lì distribuita a negozi della stessa Volla, di Aversa, Forio d’Ischia, San Valentino Torio, nel Salernitano fino ad Avezzano, in provincia de L’Aquila.
A segnalare la possibile causa dell’intossicazione, cioè la somiglianza della mandragora con gli spinaci, ma anche con la borragine, è stata per prima la pagina Facebook di “Nessuno tocchi Ippocrate”, che ha ribadito come la somiglianza della mandragora con i comuni spinaci potrebbe aver indotto qualche fruttivendolo locale all’errore.
Mandragora: una pianta magica e velenosa
La storia della mandragora, protagonista anni fa di uno scandalo fortunatamente solo presunto che coinvolse la Bonduelle, ha affascinato molti studiosi nel corso dei secoli.
Infatti queste piante, per la notevole attività svolta a livello del sistema nervoso, venivano considerate magiche dai popoli primitivi. Numerose leggende raccontano l’uso che ne facevano le streghe.
La radice è robusta e molto lunga, divisa di solito in due rami pressoché uguali. Le foglie sono ovali e allungate. Ogni parte della pianta rappresenta potenzialmente un rischio per l’uomo per la presenza di sostanze allucinogene.
Un merito però va ascritto alla mandragora: aver stimolato la fantasia e la creatività di scrittori e poeti di tutti i tempi. Se ne parla nella Bibbia, nelle leggende persiane, in antiche poesie d’amore. Niccolò Machiavelli scrisse nel 1518 una commedia, La Mandragola, basata sulla virtù della pianta di guarire la sterilità.
William Shakespeare ne ricorda l’attività soporifera nell’Otello e le urla della radice divelta in Giulietta e Romeo e in Enrico IV.
Più di recente la mandragora è comparsa anche nella saga del maghetto Harry Potter.