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Cibo
6 Marzo 2012 Aggiornato il 31 Marzo 2019 alle ore 14:37

Mareblu, ci piaci tu. Entro il 2016 venderà solo tonno eco-sostenibile

Entro il 2016 Mareblu venderà solo tonno pescato con metodi sostenibili e senza i FAD che imprigionano nella rete anche specie diverse
Mareblu, ci piaci tu. Entro il 2016 venderà solo tonno eco-sostenibile

Mareblu sarà interamente sostenibile entro il 2016. Lo ha annunciato Greenpeace che brinda così alla prima grande vittoria della campagna “Tonno in trappola”, la classifica rompiscatole dell’associazione ambientalista.

Il gigante delle conserve ittiche, il terzo in Italia, si impegna infatti ad utilizzare, entro la fine del 2016, solo metodi di pesca sostenibili e a pescare tutto il tonno commercializzato con canna o con reti a circuizione senza uso di sistemi di aggregazione per pesci, più noti come FAD, attualmente il principale sistema di cattura del tonno nel mondo.

I FAD sono oggetti galleggianti utilizzati per concentrare i pesci e si rivelano altamente invasivi per la fauna marina visto che nelle reti finiscono anche specie diverse dal tonno (182 mila tonnellate l’anno, secondo Greenpeace, tra cui giovani esemplari di tonno la cui morte finisce per aggravare la crisi degli stock di questa specie).

Ma gli impegni di Mareblu, la società controllata da MW Brands, proprietaria della più grande compagnia al mondo di prodotti ittici, la Thai Union, non finiscono qui. L’azienda, che farà arrivare le prime scatolette eco-sostenibili già quest’anno, si è impegnata anche a realizzare riserve marine nelle zone d’alto mare del Pacifico, ad aumentare la quota di tonnetto striato, unica specie non minacciata, a non utilizzare tonno obeso, specie vulnerabile e a fornire in etichetta informazioni più dettagliate su area e metodo di pesca.

Per le altre aziende del tonno si stringono invece i tempi per comunicare un cambiamento di rotta eco-sostenibile. E’ in arrivo infatti la terza edizione della classifica “Rompiscatole” sulla sostenibilità delle scatolette di tonno vendute in Italia. Come nelle precedenti scatteranno pagelle, voti e bocciature. E forse anche qualche sufficienza. Come quella accordata a Rio Mare, di proprietà della Bolton Alimentare, che giusto un anno fa aveva fatto sapere di aver aderito alla reccomandazioni dell’ISFF (International Seafood Sustainability Foundation) e di impegnarsi a fornire ai consumatori informazioni in etichetta più trasparenti sulla specie di tonno utilizzata e sull’oceano di provenienza (meno accessibili le informazioni sulla tecnica di pesca, sulla specie del tonno inscatolato, sulla data della pesca e dell’inscatolamento che devono invece essere richieste compilando un modulo online dedicato).

[Fonte: helpconsumatori.it, greenpeace.it]

 

 

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