Matteo Renzi e il programma del cibo da 100 a forse 10 punti
E chi sono io per scrivere del programma di Matteo Renzi in 100 tostissimi punti twitterati e commentati che nemmeno il migliore dei blogger saprebbe fare? Nemmeno stavo alla Leopolda che da luogo di presentazione di Ristoranti è diventato laboratorio del futuro prossimo venturo. In verità ho letto i punti veramente qualificanti di un programma gastronomicamente correct. E in corsivo vi dico il perchè.
2. Le elezioni diano potere ai cittadini non ai segretari di partito. Per ridare autorevolezza al Parlamento bisogna innanzitutto abolire il “Porcellum”. Sì, va abolito e sostituito con il Nero Casertano, l’unico rappresentante del mezzogiorno in grado di sfidare i concorrenti spagnoli Joselito e derivati.
8. Azzerare i contributi alla stampa di partito. Tanto stanno tutti a magnà al ristorante del Senato o della Camera. Per tutti l’avviso: i blog non costano niente, tutto a 0 €. Inutile che stiate a spadellare e a scrivere di pizzerie e ristoranti. Populistico?
9. Le camere di commercio regolino il mercato, non siano imprese. Fine delle feste e dei contributi all’imprescindibile fiera della cocuzza di vattelapesca o alla ricerca sull’ortaggio di piè del monte.
12. Gli alt(r)i costi della rappresentanza. Anche le organizzazioni sindacali e imprenditoriali devono tornare a concentrarsi sulla loro funzione più propria: difendere i diritti dei loro associati. Quindi bando alle ciance e ai ristoranti per suggellare patti in attesa dei piatti.
31. Mettere in competizione il pubblico con il privato. Ok, i 500 parlamentari prossimi venturi li voglio vedere con 10 euro a mangiare fuori dal ristorante del Palazzo.
58. Agribusiness italiano. Incentivare nuove imprese dell’agribusiness. Tutelare il prodotto agro-alimentare nel mondo, contro i falsi prodotti “italian sounding”, al fine di recuperare fette di mercato che spettano ai prodotti della nostra terra. Ok, cominciamo a non importare cosce di maiale dall’Est, tanto per andare in pareggio.
67. Coordinare il marketing turistico. Il nostro Paese va trattato come è un “prodotto” turistico unitario. Zzzzzzzzzzzzz, Sud giardino del Mondo o dell’Italia? Me lo ha raccontato un sopravvissuto della Prima Repubblica. La parola cibo è usata male: alimentando una scoordinata frammentazione delle attività di marketing turistico.
79. Diritto di voto a 16 anni. Permetterebbe di immettere circa un milione di giovani elettori nel processo politico, abbassando l’età media del corpo elettorale più anziano del mondo. E le Guide? Quelle no? Fra poco la pubblicità sarà dei produttori di adesivo per le dentiere.
85. Ebook per tutti. Ah, ecco, volevo dire: Guide sui telefonini per tutti, meno male.
88. Detrazione della spesa famigliare. Dare la possibilità alle famiglie di detrarre dal calcolo del reddito imponibile totalmente (o parzialmente) alcune voci di spesa legate all’educazione. Altro sospiro di sollievo, si potranno detrarre i conti di ristoranti e pizzerie alla voce Educazione Alimentare!
Poi se volete criticare Matteo Renzi che ha litigato con la Cgil per l’apertura dei negozi il 1° maggio o per il suo piano del Commercio a base di rottamazione dei kebab (che ha trovato d’accordo anche il PDL), stop alle pizzerie, Via dei Tornabuoni aperta solo alla moda, accomodatevi qui.
Le precisazioni un po’ farraginose hanno spinto Giovanni Galli, ex-portiere e candidato sindaco ex Pdl, a dire che se la delibera vuole rientrare nei “100 atti per i 100 luoghi” (cavoli, fissato con il 100) questa amministrazione ha sparato il primo colpo a salve.
E se proprio Matteo Renzi non vi sta a genio, nonostante l’endorsement dei giornali più fighi e degli scrittori più stratosferici, e avete il compulsivo bisogno di gettare fango sul nuovo che avanza, ditemi se c’è qualcosa che non va in questi ordini del giorno per discutere di mozioni, espressioni e istituzione di tavoli per regolare commercio ambulante, su sede fissa e trasformazione del primo piano del Mercato centrale di San Lorenzo.
[Foto Matteo Renzi: Fanpage.it]