McDonald’s in San Babila a Milano chiude per sempre
Con la chiusura definitiva di McDonald’s in San Babila a Milano si chiude un altro capitolo storico della ristorazione meneghina. Quello eroico dei fast food che hanno segnato un’epoca storica, gli anni Ottanta dei paninari e di Drive In,
Motivo della chiusura: la scadenza del contratto di affitto, il cui rinnovo avrebbe comportato costi troppo alti. Un’altra chiusura, nel 2015, era poi rientrata.
Nessuna preoccupazione, sembrerebbe, per i 35 dipendenti di McDonald’s San Babila, che verranno ricollocati in altri fast food, per lo più del centro.
Milano San Babila: prima di McDonald’s c’era Burghy
In realtà, negli anni Ottanta questi spazi erano occupati da Burghy, catena di hamburgerie che aveva aperto proprio qui il suo primo locale nel 1981.
È stato Burghy di San Babila ad aprire la strada alle hamburgerie a Milano e in Italia, e quindi, per antonomasia, a McDonald’s. Che a sua volta acquisterà il marchio, e tutti i locali della catena, a partire dal 1996 (l’ultima acquisizione è del 2006).
In precedenza Burghy, fondato da GS Supermercati, era stato acquistato dal Gruppo Cremonini (1985). Saranno oro a cederlo a McDonald’s, divenendo contestualmente fornitori della carne per tutta la catena statunitense in Italia.
Un po’ di storia
Il nome di Burghy è rimasto sempre un po’ legato al locale di San Babila a Milano anche quando l’insegna è diventata Mcdonald’s. Per motivi storici e sociologici: il fast food era diventato il punto di ritrovo, e quindi il simbolo, di una certa Milano. Quella dei “paninari”, giovani liceali benestanti, che avevano i giubbotti Moncler come divisa. Lontani dall’impegno politico, in seguito si attestarono su posizioni conservatrici, basando i propri valori sulle disponibilità economiche.
Attenzione: i paninari non vanno confusi con i sanbabili, di matrice neofascista, protagonisti in negativo degli anni Settanta milanesi.
Il fenomeno dei paninari, con base da Burghy e poi da McDonald’s, da San Babila e da Milano si diffuse in tutta Italia, anche grazie a Drive In, fortunata trasmissione di Italia 1. C’era un personaggio, il Paninaro appunto, interpretato da Enzo Braschi, che si presentava in divisa d’ordinanza. Piumino Moncler, scarpe Timberland, Levi’s, cintura El Charro, mentre per le ragazze si aggiungevano gli accessori Naj-Oleari.
Fenomeno di costume, quindi , potremmo dire la versione fast-food e giovanile della Milano da bere. McDonald’s, e prima di lui Burghy, proponevano a Milano in San Babila il “sogno” consumistico e ultramoderno dell’America, mitizzata nei consumi culturali, film e musica.
McDonald’s di San Babila era rimasto l’ultimo avamposto di quel sogno americano, anche se la maggior parte degli avventori non se ne rendeva conto. Sono “cose da vecchi”, come il sottoscritto. Che una lascrìmuccia, il 6 dicembre, quando tireranno giù la cler, la spenderanno.