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18 Giugno 2015 Aggiornato il 19 Giugno 2015 alle ore 08:45

Michelle Obama fa lo spottone al Grana Padano e non visita Slow Food

Michelle Obama a Expo 2015 è partita subito con il piede giusto. Per il suo showcooking blindatissimo, organizzato alla Jaems Beard Foundation insieme
Michelle Obama fa lo spottone al Grana Padano e non visita Slow Food

Michelle Obama show cooking

Michelle Obama a Expo 2015 è partita subito con il piede giusto. Per il suo showcooking blindatissimo, organizzato alla Jaems Beard Foundation insieme allo chef Joh Besh e una ventina di studenti dell’American School, la First Lady americana ha cucinato un piatto a base di pollo al prezzemolo con contorno di orzo e quinoa, adagiato su un letto di rucola e spolverato abbondantemente di scaglie di Grana Padano.

Uno spot non da poco per i produttori di questo formaggio, che così viene universalmente inserito fra i cibi salutari da un testimonial come Michelle Obama, che da anni cerca di portare l’educazione alimentare e la lotta all’obesità nelle case degli americani.

Ma quello che ha fatto davvero gridare al miracolo la Coldiretti è che proprio gli Stati Uniti sono i maggiori produttori di Parmesan, la famigerata imitazione di Parmigiano Reggiano e Grana Padano, che negli Usa ruba grosse fette di mercato al prodotto originale.

La scelta della First Lady, dunque, sembrerebbe indicare una preferenza per il formaggio italiano e fa ben sperare in vista del negoziato di libero scambio fra Unione Europea e Stati Uniti (TTIP). L’auspicio di  Coldiretti è che nell’ambito del trattato le produzioni agro-alimentari italiane siano  tutelate dalla contraffazione e dal diffusissimo fenomeno dell’Italian sounding, che colpisce moltissimi prodotti nostrani.

Grana Padano Michelle Obama

Chissà se Michelle Obama aveva davvero in mente tutto questo, quando ha spolverizzato il Grana sul suo piatto di pollo e quinoa, immortalata dai fotografi.

La first lady si è recata in visita ai padiglioni dell’Expo, dove è stata accolta da Agnese Renzi (reduce dalla performance al concept bar Nutella) che l’ha accompagnata in visita a Palazzo Italia. Qui ha avuto modo di incontrare Emma Bonino e Marta Dassù che le hanno illustrato il progetto WE-Women for Expo, un programma che punta a ridurre la fame nel mondo, dando più diritti e strumenti alle donne in agricoltura.

Le tre donne hanno travato molti terreni di incontro nelle loro battaglie. La visita all’Expo di Michelle Obama si è poi conclusa con la sosta al Padiglione degli Stati Uniti.

Slow Food invita Michelle Obama

E qui, alcuni sostenitori di Slow Food hanno alzato dei cartelli per invitare la first lady a visitare il padiglione della creatura di Carlo Petrini.

“Michelle join Slow Food, visit our garden“. Ma l’invito è caduto nel vuoto. Coldiretti – Slow Food finisce 1 a 0 (e non so se sia meglio che prenderle da McDonald’s o da Massimo Bottura)

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