Michelle Obama fa lo spottone al Grana Padano e non visita Slow Food
Michelle Obama a Expo 2015 è partita subito con il piede giusto. Per il suo showcooking blindatissimo, organizzato alla Jaems Beard Foundation insieme allo chef Joh Besh e una ventina di studenti dell’American School, la First Lady americana ha cucinato un piatto a base di pollo al prezzemolo con contorno di orzo e quinoa, adagiato su un letto di rucola e spolverato abbondantemente di scaglie di Grana Padano.
Uno spot non da poco per i produttori di questo formaggio, che così viene universalmente inserito fra i cibi salutari da un testimonial come Michelle Obama, che da anni cerca di portare l’educazione alimentare e la lotta all’obesità nelle case degli americani.
Ma quello che ha fatto davvero gridare al miracolo la Coldiretti è che proprio gli Stati Uniti sono i maggiori produttori di Parmesan, la famigerata imitazione di Parmigiano Reggiano e Grana Padano, che negli Usa ruba grosse fette di mercato al prodotto originale.
La scelta della First Lady, dunque, sembrerebbe indicare una preferenza per il formaggio italiano e fa ben sperare in vista del negoziato di libero scambio fra Unione Europea e Stati Uniti (TTIP). L’auspicio di Coldiretti è che nell’ambito del trattato le produzioni agro-alimentari italiane siano tutelate dalla contraffazione e dal diffusissimo fenomeno dell’Italian sounding, che colpisce moltissimi prodotti nostrani.
Chissà se Michelle Obama aveva davvero in mente tutto questo, quando ha spolverizzato il Grana sul suo piatto di pollo e quinoa, immortalata dai fotografi.
La first lady si è recata in visita ai padiglioni dell’Expo, dove è stata accolta da Agnese Renzi (reduce dalla performance al concept bar Nutella) che l’ha accompagnata in visita a Palazzo Italia. Qui ha avuto modo di incontrare Emma Bonino e Marta Dassù che le hanno illustrato il progetto WE-Women for Expo, un programma che punta a ridurre la fame nel mondo, dando più diritti e strumenti alle donne in agricoltura.
Le tre donne hanno travato molti terreni di incontro nelle loro battaglie. La visita all’Expo di Michelle Obama si è poi conclusa con la sosta al Padiglione degli Stati Uniti.
E qui, alcuni sostenitori di Slow Food hanno alzato dei cartelli per invitare la first lady a visitare il padiglione della creatura di Carlo Petrini.
“Michelle join Slow Food, visit our garden“. Ma l’invito è caduto nel vuoto. Coldiretti – Slow Food finisce 1 a 0 (e non so se sia meglio che prenderle da McDonald’s o da Massimo Bottura)