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Ristoranti
23 Luglio 2023 Aggiornato il 29 Luglio 2024 alle ore 17:29

5 dei migliori ristoranti di Napoli dove dimenticare la pizza

5 dei migliori ristoranti di Napoli suggeriti dal New York Times. Consigli per provare la vera cucina napoletana adatti a tutte le tasche
5 dei migliori ristoranti di Napoli dove dimenticare la pizza

State cercando, magari non il migliore, ma almeno un ristorante di Napoli capace di regalarvi brividi (di piacere) malgrado le temperature infernali di luglio. 

Scegliete quale di queste due possibilità vi rappresenta meglio: Quattro Ristoranti (una guida popolare, senza troppe pretese), il New York Times (una guida credibile, vagamente snob).

I migliori ristoranti di Napoli (1): Quattro Ristoranti

La scelta che vi permette di puntare su ristoranti molto gettonati al momento. Tutti con una cosa in comune: hanno partecipato alla puntata di Quattro Ristoranti girata a Napoli nei primi mesi del 2023 per eleggere il miglior ristorante situato nel lungomare della città.

Ostaria Pignatelli, lungo la riviera di Chiaia, è un ristorante vagamente modaiolo a prezzi contenuti (20-25 € per persona) con molti piatti della tradizione napoletana nel menu. Particolarmente consigliata la pasta e patate: parola di Alessandro Borghese.

Nonna Tittina è un ristorante di Mergellina, in via Caracciolo, che evoca fin dal nome (di fantasia) la cucina tradizionale delle nonne napoletane. I piatti nel menu hanno prezzi abbordabili, primi da da 7 a 15 €, secondi da 8 a 18 €.

Altro candidato a entrare nel giro dei migliori ristoranti di Napoli: Osteria del Mare Pesce e Champagne, sul lungomare in piazza San Nazzaro. Le specialità sono i piatti di pesce cucinati innovando ma non troppo. Qui i prezzi salgono, si spendono in media tra i 40 e i 60 € per persona. 

La Piazzetta Napoli, Pizza, Food & Drink, molto vicino a Castel dell’Ovo e per questo frequentato dai turisti, è un ristorante pizzeria che fonde nel menu cucina napoletana e pizza. In media si spendono 25 € a testa. 

I migliori ristoranti di Napoli (2): New York Times

Se parliamo di mangiare la fama planetaria di Napoli si riduce a una parola sola: pizza. 

Le pizzerie sono centinaia, migliaia secondo qualcuno. Ma accanto a titani della pizza come Sorbillo e Da Michele, a Napoli esistono trattorie, osterie e ristoranti di prim’ordine che regalano esperienze culinarie tra le migliori. 

Quindi, se cercate un posto capace di farvi dimenticare la pizza, ecco cinque indirizzi consigliati dal New York Times in altrettanti quartieri della città. Interpretano tutti, chi in modo tradizionale, chi creativo, le più amate ricette napoletane.

L’Osteria dei Quartieri Spagnoli

Migliori ristoranti Napoli osteria della Mattonella

OSTERIA DELLA MATTONELLA

  • Via Giovanni Nicotera, 13 – Napoli. 
  • Fascia di prezzo: tre portate scelte dal menu costano circa 25 € a persona. 

Uno dei migliori ristoranti di Napoli, genere trattoria a conduzione familiare a prezzi incredibili, si trova un po’ nascosto nello squadrato e stretto reticolo di strade che compone i Quartieri Spagnoli. 

Incontri assicurati? Gruppetti di turisti che, naso all’insù, indicano i panni stesi tra un balcone in ferro battuto arrugginito e l’altro. 

Accolti da arie d’opera e ballate sentimentali napoletane, mentre ammirate le maioliche settecentesche dipinte a mano alle pareti, vi passano sotto il naso piatti napoletani pieni di storia. 

Escono dalla cucina per raggiungere consunti tavoli di legno, dove una clientela prevalentemente napoletana attende impaziente di divorarli. 

Melanzane fritte, zucchine fritte, arancini napoletani, centinaia di polpette e ziti sepolti da abbondanti mestolate di denso ragù napoletano (venduto anche in barattolo a 8,50 €). 

Nel ristorante sono altrettanto degne le proposte di mare, come spesso avviene a Napoli, per esempio il piatto di acciughe e baccalà inzuppati in una salsa densa, tra le migliori nel suo genere, di pomodori, capperi e olive. 

A fine pasto, bilanciate salato e dolce con un babà al rhum, appiccicoso ma irresistibile. 

Il migliore, tra i ristoranti di Napoli che servono trippa

TRIPPERIA O’RUSS

  • Via San Eframo Vecchio, 68 – Napoli. 
  • Un piatto di trippa e una birra costano 12,50 €. 

Secoli fa, i poveri di Napoli sostavano fuori dalle residenze degli aristocratici, nella speranza di ottenere le interiora degli animali macellati, avanzati dai loro banchetti.

Oggi, più semplicemente, basta andare in una tripperia della città per mangiare ”pere e muss”, antico cibo di strada napoletano. Una specie di insalata fredda composta soprattutto da piede di maiale, muso e centopelle di vitello. 

Tripperia O’Russ è nata nel 1945 come carretto. Poi per decenni ha occupato una sala bianca e luminosa in una strada residenziale vicino ai giardini botanici della città. Guadagnandosi la reputazione del migliore, tra i ristoranti di Napoli che servono trippa. 

Una curiosa fauna, composta da napoletani di estrazione sociale diversa, si ritrova nel locale per mangiare zuppe, pasta, interiora cotte lentamente o il tipico “cuppetiello”, cono di carta ripieno di trippa, sale e limone.

Il tris trippa è un piatto molto richiesto. Trippa con patate condita da un sughetto a base di olio, cipolle, peperoni e pomodoro. Oppure con un denso condimento di pomodoro. E ancora, trippa al pomodoro con i fagioli. 

Se non vi fa difetto il palato audace scegliete le fette di trippa crude, servite in stile carpaccio, con solo uno spicchio di limone per condirle. 

Non ci sono dolci nel menu della tripperia, aiuta invece bere una delle grandi bottiglie di birra Peroni (2,50 €).

La vecchia scuola della cucina napoletana

LA LOCANDA GESÙ VECCHIO 

  • Via Giovanni Paladino, 26 – Napoli. 
  • Fascia di prezzo: tre portate a scelta costano circa 30 € per persona. 

Nonostante l’arredo rustico e la posizione in pieno centro storico, questa locanda accogliente e popolare non è una reliquia napoletana. Ma se avete letto il nostro biblico: “Dove mangiare a Napoli: 50 ristoranti, trattorie, pizzerie e locali” lo sapete già.

Con una carta di birre artigianali tra le migliori di Napoli (inclusa la delicata IPA della casa) e un intero menu di opzioni senza glutine, il ristorante è gestito da uno staff giovane e tatuato che, da quattro anni, ospita una clientela di buongustai internazionali. 

Eppure, le nonne napoletane si divertirebbero a  riconoscere nel menu, devoto alla vecchia scuola della cucina partenopea, piatti come la parmigiana di melanzane e la pasta provola e patate

Nonché la mozzarella in carrozza proposta in gustose varianti. Resa elastica dal calore e spalmata su spesse fette di pane grigliato immerso nell’uovo, la mozzarella diventa protagonista di un panino originale e gustoso. 

Mozzarella che fa un altro cameo nei paccheri fritti, croccanti e farciti con una corposa combinazione di salsa al pomodoro, manzo, maiale, strutto, uvetta, pinoli e mozzarella. 

Se riuscite (e sarà una sfida), lasciate un po’ di spazio per i bocconcini di coniglio alla cacciatora intrisi di salsa al pomodoro, piatto che strizza l’occhio ai ristoranti di Ischia.

Tra i migliori ristoranti di Napoli c’è il Pasta Bar

SEA FRONT PASTA BAR

  • Piazza Municipio, 1 – Napoli. 
  • Per due primi e un dolce aspettatevi di pagare dai 60 ai 70 €. 

Una quantità esorbitante di cipolle e tanto tempo. Questi sono i segreti della salsa genovese, una delle più amate ricette napoletane a dispetto del nome. 

Alla base di questo ragù bianco c’è la cipolla, cotta a fuoco lento per diverse ore, insieme alla carne di manzo e all’olio d’oliva. 

La salsa è così rappresentativa di Napoli da meritare un monumento in Piazza Municipio, il grande spazio che si inquadra da questo ristorante. 

La salsa genovese con gli ziti, grossi e gustosi sotto i denti, è solo una delle tentazioni con cui il Sea front Pasta Bar, richiama i suoi clienti. 

Una sala da pranzo minimalista in stile scandinavo-chic aperta sopra un negozio del pastificio Di Martino, proprietario del ristorante. 

Gli ziti e le altre paste in vendita nel negozio o servite in uno dei più originali e migliori ristoranti di Napoli, sono prodotte nello stabilimento Di Martino a Gragnano. Mecca della pasta italiana per la sua lunga storia, ancora oggi Gragnano è sede di eccezionali pastifici.

Anche le linguine alle vongole veraci, tenere e dolci, sono un ricco ricettacolo di sapori locali. Da non perdere i bucatini spezzati con piccoli tagli di coniglio all’ischitana. 

Gli spaghetti contribuiscono persino al dolce. Il “pastamisù” è un classico tiramisù condito con frammenti di pasta imbevuti di caffè che sono stati cotti fino a renderli croccanti. 

Fine dining in un ex Caffè Chantant 

Migliori ristoranti Napoli Sustanza

SUSTANZA

  • Galleria Principe di Napoli – Napoli. 
  • Il menu degustazione da cinque portate costa 80 euro.

Per trovare Sustanza, uno dei migliori nuovi ristoranti di Napoli, aperto a maggio, attraversate la strada del museo archeologico nazionale. 

Infilatevi sotto gli alti portici della Galleria Principe. 

Oltrepassate le palme in vaso e i baristi di bianco vestiti del caffè letterario Scotto Jonno, in stile Art Nouveau. 

Salite i gradini in pietra rivestiti di moquette e finalmente raggiungete le eleganti sale da pranzo di questo ex Cafè Chantant ottocentesco, decorate con carta da parati in stile Liberty e vere lampade Tiffany. 

Lo chef, Marco Ambrosino, originario della vicina isola di Procida, si è conquistato una solida fama al ristorante 28 Posti di Milano. Nei suoi piatti, accompagnati da una bella carta di vini naturali, riesce a mescolare con estro ingredienti classici campani.

Il primo dei cinque piatti che compongono il menu degustazione, “carciofo”, è un cuore di carciofo cotto sui carboni, ripieno di crema di tartufo nero. 

“Pecora” è carne succulenta con crema di ceci e salsa al burro fermentato.

La “minestra di pasta mista” è fatta con verdure bruciate e salsa fermentata della pasta stessa. 

Il dolce è un sorbetto di edera con salsa di rosa e olio di alloro. 

Se volete un digestivo finale, piccantino e affumicato, tornate al salone del piano terra e chiedete “strega del Vesuvio” (15 €), cocktail rosso e potente come il vulcano da cui prende il nome. 

Mescola scotch, gin, liquore al caffè e un cordiale fatto con i pomodori coltivati ​​alle pendici del Vesuvio. 

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