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19 Giugno 2012 Aggiornato il 16 Luglio 2015 alle ore 08:31

Miracolo a Milano/23. Andare al ristorante vegetariano Joia con LetsBonus è buono

Con LetsBonus e lo sconto offerto al Joia Kitchen di Pietro Leeman a Milano. Alta cucina vegetariana che piace: ecco perchè
Miracolo a Milano/23. Andare al ristorante vegetariano Joia con LetsBonus è buono

Totò in Risate di Joia. No, non è il remake del famoso film interpretato dall’omonimo del mio amico Totò con una grande Anna Magnani – triste, nonostante il titolo, e pure allegro, commedia e nobiltà insieme.

No, anzi – di risate non ce ne sono poi molte, qui, almeno da parte mia.
“Te la sei presa?”
Presa? No, fai un po’ tu. Mi prendo un ticket su LetsBonus per andare finalmente a mangiare da Joia, il regno della cucina naturale, e del suo guru Pietro Leeman, magari con un’amica carina, e lo cerco, anche perché sta ormai per scadere, e non lo trovo, e allora devo andare a cercarlo nella mail, ma no, l’ho messo qui, sono sicuro, non posso nemmeno chiedere a Totò, stasera è uscito, e appena torna mi faccio aiutare, intanto però lo cerco nella mail…

“Ciao!”
Ah, sei tornato?
“Sì, e con una sorpresa per te!”
Qualcosa che si mangia?
“No, meglio, molto meglio: ti ho già praticamente scritto il pezzo.”
Davvero? Beh, grazie, ma vorrei che andassimo assieme…
“No, no, so che tu sei occupato con l’organizzazione delle cene pro-ristoranti emiliani di SosBlogger, e allora ci ho pensato io. Ora vado a scrivere –”
E dove sei stato? con chi?
“Ma no, niente, non importa…”
Cioè? (no, non lo ho nemmeno pensato per un momento… ditemi che non è vero…)
“Sono uscito con la tua amica Fausta!”
E dove siete stati?
“Sai, ho trovato questo ticket che scadeva, e allora siamo andati da Joia Kitchen…”
Risparmierò al lettore i particolari spiacevoli che hanno caratterizzato i minuti seguenti. E le espressioni colorite. E i gesti meno che corretti. Quindi, sintetizzando:
Oh, perbacco. Non farlo più, per cortesia, e ora vai e scrivi il pezzo… come? pensi di avere le dita fratturate? oh, allora ti metti un cucchiaio in bocca e cerchi di schiacciare i tasti del computer con quello…
“Schptruff!”
No, no, non ringraziarmi – la dentista ti aspetta. E ora scrivi.

Joia Kitchen è la versione bistrot serale del più famoso Joia, “Alta Cucina Naturale”, il famoso locale di Pietro Leeman, chef svizzero stellato, che propugna una filosofia di vita e di alimentazione che poi trasferisce nei suoi piatti, con risultati di volta in volta esaltati o vituperati…
Ma noi siamo stati al Kitchen, ovvero la parte anteriore del locale, con un menu più “accessibile”, sia come prezzi che come tipo di proposta (al Joia i nomi dei piatti sono delle piccole poesie, al Kitchen delle descrizioni…). Elenco subito i piatti.

ANTIPASTI
Carpaccio di anguria con scaglie di Gran Kinara, misticanza e salsa al balsamico
Pomodoro e melanzane arrostite con salsa di miso e zenzero, patè di ceci e frutta fresca
PRIMI
Risotto con peperoni dolci e menta, spuma soffice di yogurt
Insalata di pasta, zucchine e coste con crescenza e pesto di basilico
SECONDI
Falafel di lenticchie e okara con pesto di avocado e verdure, maionese di mandorle
Terrina di melanzane su pane abbrustolito, mozzarella di Vajra ricca di erbe
DOLCI
Torta gelato con biscotto genovese di carruba e frutta fresca
Mousse di cioccolato con salsa vaniglia, salsa di lamponi e biscotto di saraceno

Ho elencato tutto il menu perché è tutto il menu, e l’abbiamo mangiato tutto.

Mi spiego: il menu del Joia Kitchen è proprio così (c’era per la verità anche un menu a tema, che mi sembra cambi ogni giorno): due piatti per portata, e in effetti mi piace l’idea di non dover star lì a lungo a scegliere fra decine di portate, dalle lunghe descrizioni complicate, che ti lasciano sempre con la curiosità e il rimpianto per il desiderio inappagato di assaggiare questo e quell’altro e poi non si può ma allora perché non prendiamo un piatto per uno sì ma io…

Anche se poi mi piace anche il menu, lungo, con un sacco di prooste da esplorare, e capire e costruire un mio percorso…
Insomma, con LetsBonus Emanuele ha preso questo ticket “pranzo o cena per due da Joia Kitchen” con uno sconto di non so quanto (“risparmia 63€”); e così abbiamo potuto, in due, prendere tutti i piatti del menu.

Eravamo un po’ perplessi, io e Fausta, dopo aver letto di consimili offerte (certo non in locali di questo livello) rivelatesi delle mezze truffe, con trattamento pessimo, qualità scarsa, e quanto di peggio: qui invece è stato tutto perfetto, potevamo prendere due menu di 4 portate, calice di spumante, e il resto a parte. Personale gradevolmente presente, gentilissimo, simpatico e premuroso anzitutto – merito della filosofia del locale, o di una semplice buona educazione, ma comunque bravi bravi.

I piatti? Li immagino lontani dagli studi e dalle sperimentazioni più ardite, ma erano molto buoni. La cucina vegetariana può lasciare perplessi, almeno all’approccio: noi non avevamo né preclusioni né passioni, e siamo rimasti piacevolmente impressionati. Il punto non è stato tanto “ma quanto questa cucina è o non è vegetariana,” quanto piuttosto “è o non è buono”.

È buono.

Gradevole anche se curioso il carpaccio di anguria, ottimo pomodori melanzane; mi è piaciuto moltissimo il risotto coi peperoni dolci (amo il riso comunque, ok, ma il peperone, dolce, era proprio messo lì bene), abbastanza l’insalata di pasta; moltissimo i falafel, molto la terrina di melanzane (forse se ne avessi mangiata di più, ovvero ce ne fosse stata una quantità maggiore sulla fetta di pane, l’avrei apprezzata di più); ottimi torta gelato e mousse. Non so quanto questo abbia a che vedere con la cucina del Joia-e-basta, ma secondo me l’impronta è quella, e quando Emanuele andrà, da solo o con la Fausta, me la farò raccontare…

“Risate di gioia”, quindi, da Joia – se non fosse che ridere mi fa male alla bocca, dopo aver spiegato a Emanuele che avevo preso il suo ticket…

Joia Kitchen. Via Panfilo Castaldi 18. Milano. Tel +39 02.29522124

Emanuele Bonati
"Esco, vedo gente, mangio cose" Lavora nell'editoria da quasi 50 anni. Legge compulsivamente da sessant'anni. Mangia anche da oltre 60 anni – e da una quindicina degusta e racconta quello che mangia, e il perché e il percome, online e non. Tuttavia, verrà ricordato (forse) per aver fatto la foto della pizza di Cracco.
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