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18 Luglio 2017 Aggiornato il 22 Luglio 2017 alle ore 12:18

Milano. Com’è Giacomo Rosticceria, settimo locale con giardino che Giacomo Bulleri ha aperto a 92 anni

Il primo Da Giacomo a Milano risale a 60 anni da – anzi, 59 per l’esattezza. Era il 1958, era in via Donizetti, poco distante da quella via Pasquale
Milano. Com’è Giacomo Rosticceria, settimo locale con giardino che Giacomo Bulleri ha aperto a 92 anni

Il primo Da Giacomo a Milano risale a 60 anni da – anzi, 59 per l’esattezza.

Era il 1958, era in via Donizetti, poco distante da quella via Pasquale Sottocorno in cui si è trasferito all’inizio mi pare degli anni Novanta, e che è oramai diventata “Via dei Locali Da Giacomo”: oltre al ristorante, il bistrot lì a fianco, la pasticceria di fronte, i “tabacchi” a pochi passi (non è una tabaccheria – è un bar-bistrot, all’incirca).

E non vanno dimenticati ovviamente Giacomo Arengario e il Giacomo-caffè di Palazzo Reale in Duomo. E fanno sei: ma la settimana scorsa, giovedì per la precisione, ha aperto il settimo Giacomo, Giacomo Rosticceria, al 26 di via Sottocorno, a una cinquantina di metri dal ristorante.

Il fatto che Bulleri abbia 92 (novantadue) anni, classe 1925, a quanto pare è del tutto irrilevante, come lo è il fatto che probabilmente si limiti a esercitare il suo effetto di nume tutelare di un’impresa gastronomica dalle molteplici sfaccettature. Almeno, lo penso: ma Giacomo deve essere uno di quelli che sembrano anziani di fuori, e dentro sono dei giovanotti, come Marchesi per intenderci. Due arzilli giovanotti che rappresentano l’essenza della cucina a Milano, non tanto per numero di stelle o per attaccamento o meno alla tradizione, quanto per l’immagine, diversa, della milanesità che hanno dato negli ultimi decenni.

Una Rosticceria, dunque: ne avevamo annunciato l’apertura qualche tempo fa. La sede è una villettina con giardino, protetto da un pergolato di vite.

Siamo ai margini di via Lincoln, uno degli angoli più belli di Milano: un intero isolato che è un villaggio operaio, sorto alla fine dell’800 per mano di una cooperativa sociale, destinato agli operai della zona.

Le casette, piccole, vennero abbellite con intonaci sgargianti, e con giardini fioriti (e c’è anche una palma!!).

Si entra nella Rosticceria, un bancone sulla destra con i piatti in carta – si può anche ordinare per l’asporto.

Una prima sala, con bar, il giardinetto sulla sinistra (20/30 posti), e altri posti al piano di sopra.

Estate, mezzogiorno, caldo: vado in giardino, ovviamente.

Personale gentile, acqua fredda subito – una Ferrarelle “griffata” Giacomo, ça va sans dire.

E un bicchiere di Franciacorta Monte Rossa, via.

Il menu riporta gli essenziali della rosticceria d’asporto, più o meno. Primi piatti. Lasagne pesto e gamberi, 12 € – la mia scelta: buone, forse il pesto un poco leggero, ma mi son proprio piaciute. Gli altri primi: pappa al pomodoro, insalata di riso, insalata di pasta tonno e maionese, insalata di farro, tutti a 9 €.

Secondi piatti: punta di vitello al forno, porchetta al coltello, cotoletta alla milanese fredda in carpione, pollo allo spiedo francese, vitello tonnato a 12 €, polpo patate e olive a 15, catalana di gamberi 14 €, pollo allo spiedo nostrano, e rosticciana (costine di maiale), 10 €, insalata di pollo 9 €, pizzette margherita (6 €) e di Giacomo (6,50 €), insalata russa 5 €. Ho mangiato il vitello tonnato, volevo davvero qualcosa di classico, estivo e che mi sarebbe sicuramente piaciuto. Ed effettivamente mi è piaciuto, non era affatto male, anche se non uno dei migliori mai mangiati.

E ci sono anche molti contorni, come usava una volta: verdure spadellate, patate arrosto o fritte o prezzemolate, crocchè, panelle, spinaci, fagiolini, trevisana al forno, 4.50/5.00 €.

Dolci: raccontati a voce, ho scelto una crostata con panna cotta alle amarene. Peccato che mi sia arrivata l’altra crostata, quella con una crema tipo pasticcera e frutti di bosco (un paio di fragole erano un po’ andate). L’avevo già iniziata, quando mi sono reso conto che stavo mangiando il dolce sbagliato – pazienza.

Tutto quanto, dicevo, è anche asportabile. Si va dai 20 € delle insalate di riso e farro e della lasagna vegetariana ai 16 € della pappa al pomodoro. Per i secondi, i polli allo spiedo vengono 18-22 €/kg, il vitello tonnato e la rosticciana 32 €/kg, la porchetta 45 €/kg, il maialino allo spiedo 55 €/kg, il roast beef all’inglese 90 €/kg. Ho asportato polpettine di pollo (ottime), 35 €/kg, cotolette in carpione (non male), 50 €/kg, e un altro classico, l’insalata russa (impeccabile), 45 €/kg.  Le verdure sono sui 16-18 €/kg.

Un bel posto, certo – l’interno è piacevole ed elegante, nello stesso stile degli altri Giacomo. Il giardinetto col pergolato di vite è un gran bel vedere. E si sente, e si vede, uno “stile” di fondo – classico, intramontabile – anche e nonostante mi abbiano portato il dolce sbagliato.

Giacomo Rosticceria. Via Sottocorno, 36. Milano.

[Immagini: iPhone Emanuele Bonati]

 

Emanuele Bonati
"Esco, vedo gente, mangio cose" Lavora nell'editoria da quasi 50 anni. Legge compulsivamente da sessant'anni. Mangia anche da oltre 60 anni – e da una quindicina degusta e racconta quello che mangia, e il perché e il percome, online e non. Tuttavia, verrà ricordato (forse) per aver fatto la foto della pizza di Cracco.
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