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21 Ottobre 2018 Aggiornato il 21 Ottobre 2018 alle ore 11:56

Milano. Peck raddoppia, God Save the Food quadruplica

Cosa dicevo del fatto che continuano ad aprire locali nuovi a Milano? Beh, lo ribadisco. Continuano ad aprire locali nuovi. E se qualche giorno fa ho
Milano. Peck raddoppia, God Save the Food quadruplica

Cosa dicevo del fatto che continuano ad aprire locali nuovi a Milano? Beh, lo ribadisco. Continuano ad aprire locali nuovi. E se qualche giorno fa ho parlato di locali già aperti, e di altri che apriranno chissà quando, eccone ancora degli altri: uno che aprirà fra qualche settimana, e uno già aperto.

Peck raddoppia a Citylife

Peck è uno dei simboli di Milano, il negozio dove una volta l’alta borghesia cittadina andava a fare la spesa, assieme al Salumaio di Montenapoleone: i due negozi-simbolo del Natale, non era pensabile un pranzo natalizio senza le loro leccornie.

Nel corso degli anni, Peck è diventato meno esclusivo, e la clientela è cambiata (c’è anche il brunch, e un pasticciere di vaglia come Galileo Reposo; con i vari passaggi di proprietà (ora è della famiglia Marzotto), ha ampliato le proprie attività: qui a Milano, oltre al negozio con enoteca, al ristorante e al Piccolo Peck, tutti in via Spadari.

C’è anche il Peck Italian Bar, a pochi passi, in via Cesare Cantù, recentemente risistemato e con un nuovo ampio dehors (ottenuto grazia all’ampliamento del marciapiede per la chiusura della via al traffico automobilistico). E ci sono una serie di “filiali” in Giappone, a Singapore, a Taiwan, nella Corea del Sud.

E a Milano aprirà, probabilmente entro novembre, un nuovo Peck – “Avrà tre anime: negozio con gastronomia, enoteca con cocktail bar e un suggestivo ristorante” – a Citylife. La scritta Peck, grande e ben visibile, campeggia in oro su fondo marrone, a coprire i lavori in corso.

E in effetti avevamo notato, nei mesi scorsi, uno spazio vuoto, di cui sospettavamo un’utilizzazione gastronomica.

Si parla di una cinquantina di posti all’interno, e una sessantina, a primavera, all’esterno. I lavori sono in corso: la parte in muratura sembrerebbe terminata, e stanno lavorando agli impianti. Il progetto è di Vudafieri e Partners, uno degli studi più attivi e importanti in città.

La posizione è privilegiata: sulla terrazza al primo piano, quindi all’esterno della Food Hall, in mezzo alle Tre Torri (la terza sta crescendo a vista d’occhio).

God Save the Food quadruplica alla Rinascente

Il primo God Save the Food è stato in via Tortona, nel lontano 2011; a seguire, Brera, in piazza del Carmine, e viale Piave. Ed è di questi giorni lo sbarco, anzi, la discesa in Rinascente: discesa perché è andato a occupare lo spazio-ristoro del piano –1.

Si tratta di un primo passo verso l’espansione in Italia (si pensa già a Roma) e l’internazionalizzazione del marchio, dichiara Federico Bollito, fondatore e CEO di God Save the Food (7 milioni di ricavi previsti per questo 2018), anche azionista con Alessandro De Negri, Margherita Gnutti e i fratelli Federico e Giovanni Cozza. Il gruppo God save the Food ha approfittato dell’offerta della Rinascente e ha occupato lo spazio appunto al piano sotterraneo, che non era mai stato particolarmente affollato.

Il menu comprende panini, sandwich, toast, dolci, e le ormai onnipresenti bowl (altro nome per le insalatiere piuù o meno riempite di cibo).

[Link: PambiancoNews; Immagini: iPhone Emanuele Bonati]

 

 

 

 

Emanuele Bonati
"Esco, vedo gente, mangio cose" Lavora nell'editoria da quasi 50 anni. Legge compulsivamente da sessant'anni. Mangia anche da oltre 60 anni – e da una quindicina degusta e racconta quello che mangia, e il perché e il percome, online e non. Tuttavia, verrà ricordato (forse) per aver fatto la foto della pizza di Cracco.
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