Milano. La mappa delle nuove aperture, da Eccellenze Campane a Starbucks
Là dove c’era l’erba ora c’è / una città / e quella casa in mezzo al verde ormai / dove sarà… Ho pensato di riprendere Il Ragazzo della via Gluck di Celentano come Leitmotiv di questo mio post di aperture e chiusure: siamo infatti in una zona centrale di Milano, ricca di storia sia della città che del commercio. Ad esempio, la foto (presa in notturna) qui sopra: era il bar-forno-pasticceria eccetera Marinoni in ia Cusani, chiuso da qualche settimana. Cose ne sarà?
Là dove c’era StreeToast ora c’è 12Oz Coffee Joint. Se la mia parafrasi riprende un testo che rimpiangeva i tempi andati, qui parliamo di un arco temporale di pochi mesi – tanto è durata infatti l’avventura di StreeToast in Piazza del Duomo. La sede originaria di questa interessante toasteria, in Porta Ticinese, vicino alle Colonne, aveva raddoppiato dopo pochi mesi con un altro negozio sotto il porticato lato sud del Duomo.
Ma da qualche settimana al suo posto c’è un 12Oz. Si tratta di una catena di caffetterie che propongono appunto il classico caffè all’americana, nel bicchierone da 12 once, ovvero 36 cl. Questo in Duomo, aperto da novembre, fa seguito al locale in via Torino; un altro è stato aperto il mese scorso in Gae Aulenti.
Interessante l’idea di avviare una collaborazione con lo chef Umberto Vezzoli, del TBistrot, per realizzare chef sandwich e shake salad per il pranzo.
La dove c’era Da Claudio. La Pescheria dei Milanesi, ora c’è Eccellenze Campane. No, diciamola meglio. La dove c’era, o forse c’è ancora, Da Claudio. La Pescheria dei Milanesi, ora c’è, anzi ci sarà (o forse non ci sarà?), Eccellenze Campane. Chiaro? No.
Andiamo con ordine. Da Claudio era un locale storico, una pescheria che ha iniziato a proporre con successo anche un aperitivo in piedi con piattini a base di pesce. A un certo punto ha chiuso la sede di via Ponte Vetero e ha aperto a pochi metri di distanza, in via Cusani: un locale molto più grande, con più spazio per gli aperitivi e un piano di sopra ristorante vero e proprio. La nuova avventura però non è durata molto, e (già da mesi e mesi, un anno o anche più) ha chiuso. Forse: perché un recente articolo del Gambero Rosso, dedicato alle pescherie preferite dagli chef milanesi, elencava fra queste eccellenze anche Claudio, giustamente – fino a quando era aperta. Errore o distrazione dello chef? Sicuramente della redazione. Possibile – ma ho sempre pensato che si dovrebbe cercare di controllare tutto, e qui evidentemente non è stato fatto. Tra l’altro, a parte il controllo, questa è stata una chiusura fra le più amare per l’animus di noi milanesi. Dispiace. Comunque, la citazione è stata cancellata dal sito in questione: rimangono due commenti che deplorano la citazione e la chiusura. [Errata corrige: ho appena controllato, i commenti non ci sono più – sempre controllare!] Per la cronaca, anch’io una volta mi sono dimenticato di controllare una gelateria inclusa in una nostra classifica, che è risultata chiusa – me ne vergogno ancora.
Dopo mesi di abbandono, qualche giorno fa un amico mi ha segnalato che le vetrine si erano ricoperte di grandi poster che segnalavano la futura apertura di un nuovo ristorante, Eccellenze Campane. Sono andato a vedere anch’io: e i poster di qualche giorno prima erano stati ammainati. Per dare luce ai lavori? Perché i Campani hanno deciso di tenersi le loro Eccellenze, e che dobbiamo andare a mangiarcele là? Claudio è tornato da una lunga partita di pesca e rivuole indietro il suo locale?
Chissà. Il vostro fido cronista di strada vi terrà informati.
La dove c’era il Refettorio Simplicitas ora c’è Sette Cucinaurbana. Il Refettorio – in Via dell’Orso – un bel posto, mi piaceva molto, un po’ per il nome, che è arrivato prima che lo usasse Massimo Bottura (e quanto mi piace il Refettorio Ambrosiano, come nome, come idea…), un po’ per l’aria tranquilla e silenziosa, un po’ perché si mangiava bene, a prezzi assolutamente accettabili, mi sembra di ricordare. Aveva l’atmosfera leggermente ovattata di un refettorio monastico, e l’eleganza di un’abbazia postmoderna. Un vero peccato – per quelli che lo avevano scelto come luogo di refezione – che non sia sopravvissuto alle temperie ristorative milanesi.
Ma sono sufficientemente incuriosito da questo Sette, e dal concetto di Cucina Urbana, che spero di andare ad approfondire quanto prima. L’ingresso – non mi sono spinto oltre con lo sguardo, passando – sembra accogliente: la cucina a sinistra, un bancone-bar a destra. Infatti i “sottotitoli” del locale sono “Creative Italian Food” e “Healthy Breakfast and Coffee”: quindi, desumiamo, aperto da colazione in poi (siamo in centro, ai margini di Brera, dietro la Scala – zona di uffici e turisti).
Là dove c’era il Palazzo delle Poste ora c’è Starbucks. O meglio, ci sarà: le voci che davano per imminente certa probabile chissà l’apertura italiana, anzi milanese, di una sede della grande catena di caffetterie statunitensi, sembra abbiano finalmente trovato un conferma – e una casa. Il grande Palazzo delle Poste in piazza Cordusio, ovvero Palazzo Broggi, già sede della Borsa, vuoto ormai da un po’, ospiterà in un futuro sembra abbastanza prossimo il primo Starbucks su suolo italico, che si aggiunge ai 13.000 sparsi per il mondo. Non si parla ancora di date (settembre?): sembra però che Starbucks abbia già fatto un accordo con Princi come fornitore per la panificazione, e che si sia presa in carico la manutenzione delle aiuole di Piazza del Duomo (con qualche perplessità: si dice verranno piantate palme e banani – a priori l’idea “esotica” non mi entusiasma, vedremo la realizzazione).
[Immagini: iPhone Emanuele Bonati, G. Dell’Orto/Wikipedia]