Milano pausa pranzo. Doppio passo quasi perfetto per Panini Durini
Voglia di rinnovo a Milano? C’è qualche nuova paninoteca che ben figura rispetto ai nomi storici milanesi? Cosa ne pensate, ad esempio, di Panini Durini? Io sono andato a provare qualche loro “creazione”.
Due gli indirizzi disponibili, uno più piccolo in Via Durini con banconi in legno dove gustare il proprio pranzo veloce, e l’altro, con saletta interna e tavolini all’aperto (sicuramente più curato), in Largo Donegani.
Il concept è identico, panini già imbottiti in bella vista in una vetrinetta sotto ai vostri occhi, pronti per essere scaldati e serviti in un lampo, dolcetti (brownies, muffin seguendo la moda americana) e torte per chiudere in bellezza, prezzi che vanno da 5 a 7 euro, insalate a 6 euro, macedonia a 4 euro e via discorrendo.
In via Durini ho provato il n° 5 con cotto alla brace, brie e funghi trifolati (5 euro). Buono il prosciutto tagliato soooottile sottile, gustoso ma non invadente il brie, discreti i funghi. Lo dico subito, mi piace il pane che viene usato, si presta molto bene ad essere imbottito e scaldato.
E il n° 16 con speck, zola, noci e mascarpone (5 euro). Connubio conosciuto, no? Ma quante volte avete mangiato speck salatissimi e con finto sapore di affumicato e zola coprenti? Anche qui l’affettato ha lo spessore di un velo e gli altri elementi rendono il panino godereccio fino all’ultimo boccone.
Ecco un dolcetto preso un giorno di passaggio, il muffin con semi di papavero (ormai spopolano).
Invece nella piacevole saletta di Largo Donegani…
ho assaggiato il n° 22 con coppa di Parma, pecorino piccante, songino e funghi porcini (5 euro). Gustosa la coppa ben stagionata, il pecorino è stato tagliato sottilmente ed ha una piccantezza decisa (uomo avvisato…), qualche funghetto qua e là. Pane leggermente sottotono rispetto all’altro locale (già alla vista ispira meno), bruciacchiato il fondo e bianchiccia la crosta, sbagliata la cottura? Comunque al di sopra della media milanese.
E il panino del giorno (dopo) con “arrosto” di tacchino, robiola, finocchio, carotine e glassa all’aceto balsamico (7 euro). Pane che di martedì è tornato quasi ai canoni che conoscevo, per rendere l’idea sembra il francesino dell’Esselunga che, se per il consumo casalingo è piuttosto mediocre, per quello paninotecaro milanese è da leccarsi le dita. Ripieno da prova costume, leggero leggero, delicato connubio di sapori nonostante l’arrosto non sia vero arrosto, la robiola da lo sprint, il costo ahimè mi sembra eccessivo (in rapporto a ripieno e piccole dimensioni).
Insomma il Panini Durini si batte (perdendo però ai punti) con le migliori paninoteche di lungo corso, grazie alla scelta di salumi più che soddisfacenti – perdoniamo il (finto) tacchino?-, niente liste infinite che alle volte diventano fuorvianti e che portano ad utilizzare ingredienti discutibili. Tra i due indirizzi, quello di Largo Donegani è da preferire sicuramente per l’ambiente, nonostante il servizio sia a tratti leggermente distratto ma sorridente ed affabile. Quello che da il nome alla caten(in)a invece da preferire per la sostanza/realizzazione.
Penso che in molti saranno d’accordo sulla richiesta: per favore non scivolatemi sul pane.
Panini Durini. Via Durini, 26. 20122 Milano. Tel.+39 02 76024237
Panini Durini. L.go Donegani, 3. Milano. Tel. +39 02 65560073
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