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17 Ottobre 2012 Aggiornato il 17 Ottobre 2012 alle ore 19:44

Ti manca McDonald’s dopo il pasto democratico che potrebbe costare 24 milioni di euro al Comune di Milano?

Una volta si piangeva quando al posto di una bottega apriva un McDonald's. Parliamo della fine del secondo millennio quando l'inesorabile ascesa della
Ti manca McDonald’s dopo il pasto democratico che potrebbe costare 24 milioni di euro al Comune di Milano?

Una volta si piangeva quando al posto di una bottega apriva un McDonald’s. Parliamo della fine del secondo millennio quando l’inesorabile ascesa della Emme Gialla era nel pieno.

Erano gli anni in cui il contadino no global José Bové tirava sassi al McDonald’s e in cui una saracinesca che chiudeva per far spazio a un fast food era un lutto, apparentemente impossibile da elaborare.

E invece il lutto è stato elaborato, i Mc Donald’s sono nati come funghi e le lacrime scendono oggi per una propaggine della più grande catena di panini del mondo che chiude.

E’ accaduto in Galleria Vittorio Emanuele a Milano, dove il McDonald’s sta per lasciare spazio ad un altro marchio (forse una griffe della moda): facce tristi e file interminabili che un pasto gratis non basta a spiegare.

Sorriderà, alla vista di tanta malinconia, chi ha superato gli “anta” ma certo non i tanti giovani, che in questo fast food hanno messo piede da piccoli e che si consoleranno solo quando il Mac di Galleria Vittorio Emanuele troverà casa nei dintorni (ma sul nuovo sito è buio fitto).

Resta la fila interminabile per l’ultimo “pasto democratico” (così l’hanno chiamato le astute menti del marketing che hanno distribuito 5.000 pasti composti da hamburger, patatine e bibita), qualche strascico legale per i contendenti della prestigiosa sede e lo stupore dei meno giovani. Passi pure la tristezza per uno storico Mac che chiude ma “pasto democratico” no! Provino a dirlo a Bové, partigiano della sovranità alimentare, attivista anti-Ogm e nemico giurato della globalizzazione, che la multinazionale McDonald’s serve pasti “democratici”!

Ai lettori il cui cuore non ha battuto per Bové, lasciamo il florilegio (a cura dell’azienda che ha deciso di trascinare in Tribunale il Comune di Milano per chiedergli 24 milioni di euro di danni) dai 2.000 commenti che i clienti orfani hanno postato sul diario dedicato al McDonald’s Galleria sulla pagina Facebook dell’azienda.

“Mi mancherà l’accoglienza delle splendide persone che ci lavorano, i sorrisi che dispensano e il buon umore che regalano nelle giornate lavorative interminabili”  (Mary)

“Da sempre, “Milan ha il coeur in man”, quindi ci deve essere posto per tutti. Mi piaceva andarci nelle sere freddissime della settimana di Natale; mi mancherà!”  (Simona)

“Se non ci fosse stato McDonalds sotto le volte della Galleria io mai mi sarei potuto permettere di sostare e rilassarmi in uno dei luoghi più belli di Milano” (Anthony)

 “Il pranzo prima di andare alla Mangiagalli per partorire l’ho fatto qui…la mia Milano di tutta la vita perde un pezzo di storia…” (Paola)

 “Lascio parte della mia adolescenza chiusa tra le mura dell’anima di questo McDonald’s. Il mio primo ragazzo, il primo bacio…le risate…non vi dimenticherò mai!”  (Valentina)

E a voi, manca il pasto democratico in Galleria dopo aver visto le immagini di Ballarò che è andato a vedere cosa succede al top della spesa a Milano? (Highlights, servizio di Emanuela Giovannini, registrazione da 1:26:45)

[Immagine: ecn.org]

 

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