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29 Novembre 2018 Aggiornato il 29 Novembre 2018 alle ore 10:33

Milano. Apre Voce di Aimo e Nadia e non riapre Il Marchesino

Prima le belle notizie. Piazza della Scala a Milano si sta muovendo, dal punto di vista della ristorazione. Bene – l'altro giorno ha aperto il nuovo terzo
Milano. Apre Voce di Aimo e Nadia e non riapre Il Marchesino

Prima le belle notizie. Piazza della Scala a Milano si sta muovendo, dal punto di vista della ristorazione. Bene – l’altro giorno ha aperto il nuovo terzo locale di Aimo e Nadia in città, Voce – ma anche male: alla chiusura di Larte, quasi all’imbocco di via Manzoni, qualche tempo fa, fa seguito lo stallo del Marchesino alla Scala, che non riaprirà per la prima di Sant’Ambrogio come era stato annunciato.

Partiamo da Voce, nuova apertura del brand Aimo e Nadia, che come dicevamo conta, oltre al ristorante Il Luogo di Aimo e Nadia (i cui lavori di restauro, iniziati in estate, sono in via di completamento), conta anche il bistRo Aimo e Nadia, recente apertura negli spazi di Rossana Orlandi in via Bandello.

E adesso questo  spazio “VOCE Aimo e Nadia”, Caffetteria – Ristorante –Libreria, nell’edificio che ospita le Gallerie d’Italia, museo del gruppo Intesa Sanpaolo (ingresso dall’angolo piazza della Scala – via Manzoni e dal museo).

Lo spazio è suddiviso tra il ristorante, la caffetteria, e la libreria. La ristrutturazione (gli spazi erano già occupati da un caffè-libreria) è stata curata dallo studio aMDL, sotto la guida dell’architetto Michele De Lucchi: “le scelte architettoniche contribuiscono a valorizzare gli spazi come un unicum con il museo, accrescendone l’attrattività e l’interesse da parte della città. La caffetteria con annesso bookshop,  rappresenta nella nuova configurazione un’area dalla forte funzione attrattiva integrata con la proposta culturale del museo, fin dalla mostra Romanticismo in corso alle Gallerie d’Italia fino al 17 marzo 2019”.  Come dice Alessandro Negrini,

VOCE è stato pensato per essere uno spazio versatile e polifunzionale. Il nostro obiettivo è infatti quello di diventare un nuovo punto di riferimento per la città di Milano, in un contesto ricco di storia e cultura.

La coppia di chef del Luogo, Fabio Pisani e Alessandro Negrini, discepoli ed eredi di Aimo e Nadia, insieme a Stefania Moroni, propongono un’esperienza enogastronomica e culturale che è complementare alla visita al museo.

Il loro menu è come sempre legato al territorio e al rapporto diretto con i produttori, in un intreccio fra cibo e arte che è già una caratteristica del Luogo, come ricorda Stefania. Per Fabio Pisani,

L’offerta enogastronomica di VOCE sarà un’estensione dell’eccellenza culturale e artistica presente nel Museo di Gallerie d’Italia. Un dialogo continuo tra noi e il Museo per offrire delle esperienze di valore, legate alla grande cucina italiana che emozioni e nasca dalla cura di ogni gesto.

Ma, in attesa di provare la nuova cucina di Alessandro e Fabio, registriamo con disappunto la notizia che Il Marchesino non riaprirà in tempo per la prima di Sant’Ambrogio al Teatro alla Scala. L’Attila di Giuseppe Verdi ha colpito prima ancora di arrivare in teatro.

La Marchesi Milano, società degli eredi di Gualtiero Marchesi, scomparso quasi un anno fa, aveva vinto, proprio nello stesso periodo, il concorso per l’assegnazione degli spazi del Marchesino alla Scala per altri 10 anni, e aveva dato il via ai lavori di ristrutturazione, affidati all’architetto Stefano Boeri, avviando nel contempo anche una collaborazione con Ladurée, marchio francese interessato a espandersi in Italia. Ora, la Marchesi Milano ha ceduto il controllo a un fondo russo, pur mantenendo l’interesse a restare nei locali, assieme appunto a Ladurée. Ma i lavori sono bloccati, e dopo 10 anni dall’apertura la serata di Sant’Ambrogio vedrà l’assenza di due dei suoi protagonisti storici, Gualtiero Marchesi e Il Marchesino alla Scala.

[Immagini: Paolo Terzi (Voce), iPhone Emanuele Bonati (Marchesino)]

 

Emanuele Bonati
"Esco, vedo gente, mangio cose" Lavora nell'editoria da quasi 50 anni. Legge compulsivamente da sessant'anni. Mangia anche da oltre 60 anni – e da una quindicina degusta e racconta quello che mangia, e il perché e il percome, online e non. Tuttavia, verrà ricordato (forse) per aver fatto la foto della pizza di Cracco.
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