È morto Giacomo Tachis, inventore dei vini supertuscan famosi nel mondo
Sassicaia, Tignanello, Solaia. Grandi vini nati dalla mente di Giacomo Tachis, l’enologo che si è spento a 82 anni dopo una lunga malattia.
Il re degli enologi, come alcuni lo indicavano, aveva avviato una stagione di rinascimento per il vino italiano partendo dalla Toscana e dal superamento del disciplinare del Chianti Classico per realizzare un vino che fosse competitivo sui mercati internazionali. Una scommessa vinta con i vini rossi che sono stati indicati con una definizione diventata famosa in tutto il mondo: “supertuscan”.
Anche se il suo nome resterà indissolubilmente legato alla Toscana e a due grandi vini come Tignanello e Sassicaia, che anche i meno appassionati di cose enoiche conoscono, era nato a Poirino nel Torinese e si era formato alla scuola di enologia ad Alba, sempre in Piemonte.
E da lì aveva mosso i primi passi forte del suo talento e della sua visione innovativa.
Ha diretto per 32 anni le Cantine Antinori e il marchese Piero, nel nuovo libro «Tignanello. Una storia toscana», ricorda come sia stato capace di scelte audaci ed innovative. Non solo in Toscana, ma anche in Sardegna creando il Terre Brune e il Turriga.
Nel 2010 aveva smesso di occuparsi di vino per dedicarsi, nella casa di San Casciano Val di Pesa, alla sua passione di bibliofilo e alla custodia di antichi volumi.
Nel 2014 gli fu conferita la medaglia d’oro con il Pegaso. La massima onorificenza della Regione Toscana fu consegnata alla figlia Ilaria perché Giacomo Tachis era già impossibilitato a muoversi. Antinori in quella occasione disse: “riconoscimento meritatissimo, e lo dico a nome di tutti i colleghi Toscani e da Italiano, perché tutti noi dobbiamo essere molto, ma molto grati a Tachis per la sua opera”.
Se a New York si bevono più grandi vini italiani che francesi il merito è del rinascimento iniziato da Tachis che aveva capito per primo che i vini devono prima di tutto emozionare ed entrare nel mondo dei sogni e dei desideri anche di chi non potrà mai permetterseli.
Di lui, oltre ai fortunati vini che ha creato, si ricorderà la frase che amava ripetere: “Il vino non conoscerà mai crisi perché la gente lo beve e lo berrà sempre”. E se lo ha detto il più celebre “mescolavino” come si definiva, non c’è ragione di non credergli ora che è diventato leggenda insieme ai suoi vini.
[Link: La Stampa, Ansa. Immagini: Decanter, slowfood, Berry Bros. & Rudd]