Natale e Capodanno. Sì agli spostamenti tra Comuni: salvi i ristoranti isolati
Il Dpcm Natale e Capodanno sarà modificato nella parte che riguarda anche ristoranti, bar e pizzerie. Sarà possibile lo spostamento tra i Comuni nelle Regioni gialle.
La nuova norma che faciliterà gli incontri tra componenti di famiglie, ha effetto anche sulle attività di ristorazione.
Cadendo il divieto di mobilità tra Comuni e Province nei giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno, saranno possibili i pranzi anche in un Comune diverso da quello di residenza o domicilio. Ma solo nelle Regioni gialle.
Un “regalo” sotto l’albero per i tanti agriturismi e per i ristoranti situati in piccoli comuni o nelle zone periferiche che sono meta di destinazione. Impossibile restare aperti facendo affidamento solo ai residenti. Ma la modifica della norma permetterebbe di contare sul bacino della Regione.
L’ipotesi, perché a questo momento, ancora di questo si tratta piace praticamente a tutte le forze politiche e ai Presidenti delle Regioni. La richiesta di modifica è sul tavolo del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte che dovrà valutare con il Comitato Tecnico Scientifico la fattibilità di questa deroga.
Spostamenti tra Comuni a Natale e Capodanno, ma in zona gialla
Modificato il Dpcm o le relative Faq, sarà possibile comprendere l’ampiezza della deroga in termini geografici. Spostamenti tra Comuni limitrofi, all’interno della stessa provincia o a tutta la Regione?
La deroga potrebbe riguardare solo le Regioni che sono in zona gialla. Quindi per i ristoranti che sono ancora nelle zone arancioni o rosse, nulla cambierebbe perché sono chiusi.
E in zona gialla, Natale, Santo Stefano e Capodanno, l’apertura riguarderebbe solo e sempre l’orario di pranzo. O comunque dalle 5 alle 18 (a Capodanno, dalle 7 alle 18).
Le perplessità maggiori le ha espresse la sottosegretaria alla Sanità, Sandra Zampa: “Dal profondo del cuore la penso come la signora Merkel. È doloroso, ma il modo migliore per onorare il Natale è fare in modo che il numero dei decessi scenda”. E conclude: “Prima di cambiare quelle regole ci si dovrebbe documentare sugli esiti in termini di numero di nuovi contagiati derivanti dal festeggiamento del giorno del Ringraziamento in Usa”.
A Natale e a Capodanno, ristoranti aperti fino alle 22. Lo chiedono i ristoratori
FIPE Confcommercio e FIEPeT Confesercenti accolgono con favore le parole del Presidente del Consiglio in merito all’avvio di una riflessione sull’opportunità di allargare le possibilità di spostamento tra i comuni nelle giornate del 25, 26 dicembre e 1 gennaio, così come richiesto più volte dalle due Federazioni.
E rinnovano congiuntamente l’appello per allentare le restrizioni. Vorrebbero ampliare le possibilità di spostamento tra comuni, almeno nel raggio provinciale.
E si spingono oltre chiedendo la riapertura serale delle attività di somministrazione almeno fino alle 22.
Ormai è un dato di fatto che il settore della somministrazione è uno dei settori maggiormente colpiti dall’emergenza sanitaria e sicuramente ne uscirà decimato nel prossimo futuro. Questa apertura favorirebbe certamente la frequentazione dei ristoranti nelle tre giornate interessate dal provvedimento, richiesto proprio per limitare gli ingenti danni che il settore sta registrando.
Ristoranti, pub, bar e le altre imprese della somministrazione sono in gravissima difficoltà.
Dopo i lunghi periodi di lockdown il comparto rischia seriamente di non sopravvivere. Le stime prevedono perdite nel 2020 per oltre 33 miliardi di euro di fatturato. E 60.000 imprese sono destinate a chiudere con 350.000 posti di lavoro a rischio.