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27 Novembre 2020 Aggiornato il 27 Novembre 2020 alle ore 20:27

Nuove zone gialle e arancioni: riaprono i ristoranti in Sicilia e Liguria

L'ordinanza del ministro della Salute offre ai ristoranti la riapertura ma solo a pranzo nelle nuove zone gialle cioè Liguria e Sicilia
Nuove zone gialle e arancioni: riaprono i ristoranti in Sicilia e Liguria

La nuova ordinanza del ministro per la Salute Roberto Speranza fa cambiare i colori all’Italia con nuove zone gialle e arancioni.

I dati generali parlano di un Rt nazionale all’1,08.

Zone gialle

Dal 29 novembre fino al 3 dicembre Liguria e Sicilia passano in zona gialla. Ciò significa che in queste due regioni i ristoranti potranno riaprire, ma solo a pranzo. Bar e ristoranti sono aperti, ma devono chiudere alle ore 18. Dopo le 18 è consentita la consegna a domicilio e fino alle 22 il cibo da asporto che però non può essere consumato nelle adiacenze dell’esercizio o comunque all’aperto. Liguria e Sicilia si aggiungono così alla provincia di Trento, al Veneto, al Lazio, al Molise e alla Sardegna verso un obiettivo di relativa normalità.

È bene ricordare che passare in zona gialla non significa un “liberi tutti” perché vanno osservate tutte le regole. Compreso il coprifuoco che scatta dalle 22 alle 5 del mattino, ma durante la giornata non è più necessaria l’autocertificazione. I centri commerciali sono chiusi il sabato, la domenica e nei giorni festivi. Ad eccezione di farmacie, tabacchi, edicole e alimentari che si trovano nei centri commerciali.

Resta fortemente sconsigliato ospitare in casa persone non conviventi. In casa, infatti, si creano le condizioni per il contagio da coronavirus.

Nelle zone arancioni e rosse restano chiusi i ristoranti

Calabria, Lombardia e Piemonte da domenica diventano zona arancione. Per bar e ristoranti cambia poco. Resteranno chiusi come già accade nelle altre zone arancioni, cioè Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche, Umbria, Puglia e Basilicata.

Stesso discorso per le zone rosse. Bar, pizzerie e ristoranti restano chiusi. Le regioni che hanno la situazione peggiore restano Valle d’Aosta, Provincia di Bolzano, Toscana, Abruzzo e Campania.

Resta invece sempre consentita la consegna a domicilio a qualsiasi ora e l’asporto fino alle 22 con l’obbligo di consumare il cibo a casa.

La nuova mappa dell’Italia a zone disegna un quadro migliorato in generale. Il 3 dicembre scade il Dpcm che ha istituito le zone (qui le regole) e c’è ancora una settimana per le zone rosse di sperare di passare all’arancione e quelle arancioni di diventare gialle.

Cosa succederà a Natale

Le speranze di vedere tutta l’Italia in zona gialla non migliorerebbe di molto la situazione dei ristoranti che comunque resterebbero chiusi la sera. Nonostante le voci di una possibile deroga in zona gialla che consentirebbe aperture serali, l’orientamento del Governo sembra quello del divieto di cene e cenoni.

Una previsione rafforzata dall’indicazione di una possibile riapertura delle scuole superiori lunedì 11 gennaio. Una data che di fatto chiuderebbe la porta alla possibilità di aprire la sera i ristoranti. E che si muove nella stessa direzione di un divieto di neve che si estenderebbe a tutta l’Europa. Con inevitabili rinvii delle riaperture dei ristoranti che potrebbero ritenere non sostenibile il solo servizio del pranzo.

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