Milano. Siamo Tutti fritti e non solo per le patate di Amsterdam Chips
Avvisaglie di fritture, qui a Milano, e non solo di patate come a Roma e a Napoli.
Dal primo di settembre è aperto Tutti Fritti alle Colonne di San Lorenzo; da poche settimane, in rapida successione, hanno aperto Amor di Patata e Amsterdam Chips.
Mi è bastato soltanto scrivere queste prime righe per sentire il mio colesterolo fare le capriole – non so se di gioia o di terrore.
Tutti Fritti è uno di quei locali che nascono per iniziativa di un solitamente giovane imprenditore di tutt’altro. In questo caso è Matteo Denti, uno dei fondatori di HSL, Hic Sunt Leones, zaini e accessori e provvisto di una tradizione familiare nella ristorazione) che ha identificato un format e lo ha portato in un posto probabilmente ideale, davanti alle Colonne.
Il locale realizzato da Barbara Marchesi dello Studio ADP è piccolo, lungo e stretto. Piacevole il gioco fra il pavimento a geometrie in grès colorato e le pareti in piastrelle bianche; essenziale l’arredamento – quattro tavolini tondi alti con sgabelloni, una mensola sulla parete lunga, il bancone, tre neon molto pop e menù e lavagnette appesi o appoggiati alle pareti.
Qui si frigge tutto: a partire dal menù “fisso”, che prevede baccalà, gamberi, fiori di zucca, patatine con o senza buccia, pollo, maiale, calamari, tutti a 5 €, fino ai fritti del giorno, zucchine, funghi, polenta, la caciotta (a fette) della Cascina Selva…
Ci sono stato alla fine di novembre, alla presentazione ufficiale dopo due mesi di apertura – moltissima gente, scarso margine d’azione, ho fatto un po’ di fatica ad assaggiare l’assaggiabile; così ci sono tornato ancora (e ancora, sperando di riuscire a mangiarmi una bella frittura di fiori di zucca – entrambe le sere, ahimé, già finita).
Che cosa si può dire di un menù fritto? Anzitutto, che l’idea non è niente male; poi, che il fritto è buono, non troppo unto; che l’esaurirsi di alcuni piatti a metà serata è probabilmente un buon segno per il locale; che l’idea di proporre una selezione di birre artigianali come Lambrate, Brewdog, Rurale, Borgo, Toccalmatto è una buona idea (ma c’è anche il vino).
I fritti sono impanati in modi diversi (ad esempio, tempura per i gamberi, panko per il pollo, pan grattato), l’olio di arachide in cui si frigge viene cambiato tutti i giorni. Buono il pollo, forse meno le patatine; qualche volta la brunitura del fritto è risultata eccessiva.
Qualche cosa da rifinire, forse: troppa pastella per le zucchine, o troppo poca zucchina nella pastella; forse sarebbe meglio un elenco delle salse, peraltro oltre la cinquantina, o comunque dovrebbero essere proposte al momento del ritiro del fritto (io le ho chieste dopo, lasciando scegliere a loro: non male, direi). Qualche disattenzione, sufficiente cortesia e gentilezza; peccato che a volte i prodotti da friggere finiscano presto. L’asporto non è consigliato (a parte il cono da passeggio) per evitare l’ammollo del prodotto.
Anche Tutti Fritti non sfugge alla tendenza didattico-predicatoria. E se il nome del locale viene spiegato attraverso un aneddoto alla Blues Brothers (“Una sera d’estate dell’agosto 2014 ero al Burning Man nel deserto del Nevada e ho sentito la canzone di Little Richard “Tutti frutti” e ho subito avuto l’ispirazione: il mio locale si sarebbe chiamato così, TUTTI FRITTI”), non manca un decalogo che illustra la sua filosofia: da “Non avrai altro fritto all’infuori di questo locale” a “Onora la birra artigianale” a “Buongiorno e Arrivederci sono ancora di moda”…
Cinquanta salse da abbinare volendo ai fritti – e un numero abnorme di salse sono proposte anche dagli altri due locali nominati sopra, Amor di Patata e Amsterdam Chips, la cui proposta peraltro si limita appunto alle patate fritte.
A fianco della Stazione di Porta Genova, “Amor di Patata è un fast food dove troverai le vere patatine fritte olandesi tagliate e fritte al momento secondo un procedimento che le rende croccanti fuori e morbide dentro.»
Le patate sono olandesi (quindi, dicono, con meno amido e più adatte alla frittura), a pasta gialla, fritte in olio di arachidi senza glutine. Accompagnabili con una ventina di salse, sono disponibili nei formati classico, chips o a spitale, in confezioni take away da 900, 450, 250 grammi.
Siamo nell’ambito del cibo di strada, il locale è veramente piccolo, si entra solo per ordinare e pagare.
Da Amsterdam Chips, in corso Buenos Aires, non si entra nemmeno: la vetrina dà direttamente su strada. Mentre nel locale di via Torino, aperto da una settimana (è un franchising), c’è uno spazio interno anche se restiamo in ambito street food; e anche qui una dozzina di salse di accompagnamento.
Patate lavate pulite tagliate meccanicamente, fritte e servite, come negli altri locali, sotto i tuoi occhi.
Forse ho preferito queste di Amsterdam Chips (anche se leggermente troppo salate) a quelle di Amor di Patata (che presentavano anche un po’ troppi frammenti e ritagli di patata), ma è una bella gara. Le salse non mi entusiasmano – o meglio, fanno parte del lato “consolatorio” della patatina fritta, che va bene perché è così che dev’essere, a prescindere dalle qualità degustative organolettiche e così via.
Una domanda sorge spontanea: dobbiamo aspettarci concatenazioni di friggitorie patatinerie e così via? Ne avete già avvistate?
PS. Spero apprezziate che non vi ho rivolto una domanda del tipo “Ma a te piace la patata?”
Tutti Fritti. Corso di Porta Ticinese 18, Milano. Tel 028905 2541
Amor di Patata. Piazzale Stazione Genova 2. Milano. Tel. 3409525785
Amsterdam Chips. Corso Buenos Aires 75. Milano
[Immagini: Daniele Fragale, Emanuele Bonati]