Olimpiadi 2012. La competizione è anche a tavola su Eat the Olympics
Mancano 100 giorni all’apertura dei Giochi Olimpici di Londra e c’è chi ha deciso di riempire il tempo dell’attesa parlando di cucina. Anzi, di cucine, di cucine di tutto il mondo. Mettendo in scena una competizione parallela a suon di forchette e cucchiai.
Jack Hemingway e Sarah Kemp sono due giovani londinesi, lui è designer, lei fa la pr, si diverte in cucina e ha fondato un blog, Food for Think. Insieme a Jack ne ha aperto un altro, Eat the Olympics, viaggio culinario attraverso i piatti dei 205 Paesi che parteciperanno ai Giochi. Da gennaio raccolgono ricette, un po’ per consolarsi da quando hanno realizzato che non sarebbero riusciti ad agguantare un biglietto per le competizioni nelle discipline preferite. Testano piatti, li valutano e qualche volta (raramente) li squalificano. Non faranno altro fino al 12 agosto, giorno della cerimonia di chiusura delle Olimpiadi. Da poco hanno appreso di essere diventati anche famosi. E cioè da quando si sono decisi a digitare il nome del loro blog su quel palcoscenico gratuito che è google.
Le ricette testate sono state reperite sui blog e sui libri di cucina ma sono anche il frutto di suggerimenti arrivati dai social network. Ci sono il Croque Monsieur belga, il Riso con piselli cucinato alla maniera delle Bahamas, il Pancake canadese, i sigari di feta e pasta fillo dalla Turchia, i biscotti gautemaltechi o il Gallo Pinto, piatto nazionale del Costa Rica. Nessun proposta, per ora, dall’Italia. Dateci uno sguardo, è un posto in cui gironzolare quando si ha voglia di un bel piatto esotico (le ricette extraeuropee sono le più numerose).
E se cibo e Olimpiadi si sono rivelati un binomio perfetto per Jack Hemingway e Sarah Kemp, l’accoppiata assume le forme di un vero diktat per gli atleti cinesi che si preparano a partecipare ai Giochi di Londra. Dovranno nutrirsi solo di alimenti provenienti da aree e produttori garantiti esattamente come accade per gli abitanti dei palazzi del potere. Lo hanno deciso le autorità cinesi per tenere lontano i loro campioni dal cibo “a rischio” dei comuni mortali. Insomma niente supermercati per gli atleti della Cina, sempre più afflitta da problemi di sicurezza alimentare. Gli standard europei di qualità alimentare sono una chimera per la società cinese, sacrificata, anche a tavola, sull’altare della crescita economica.
[Fonte: eattheolympics.com, Tg2 Foto: eattheolympics.com, blog.panorama.it]