L’Europa dice sì alle olive taggiasche Dop, ma solo se il nome cambia in giuggioline
Se l’oliva taggiasca (eccellenza del patrimonio agroalimentare ligure) vuole il marchio Dop, deve cambiare il suo nome in oliva “giuggiolina”: questo è quanto richiesto dall’Unione Europea, a seguito di una lunga battaglia (non ancora conclusa) con i produttori delle olive liguri perché venga loro attribuita la Denominazione d’Origine Protetta.
Il motivo delle richiesta – si legge sul quotidiano La Stampa – è riconducibile ad un cavillo burocratico:
“la normativa comunitaria impedisce di ottenere il riconoscimento delle Dop dell’oliva taggiasca perché nella denominazione è inserito il nome di una varietà vegetale. L’unica possibilità sembra essere quella di rimuovere il conflitto tra il nome della denominazione di origine ed il nome della varietà vegetale […] sostituendo il termine originario della varietà (taggiasca) con un suo sinonimo (giuggiolina) nel Registro delle Varietà e nello Schedario olivicolo: a questo punto si può legare il nome taggiasca alla Dop“.
Questi sono i fatti che aprono le acque e dalle due sponde si scontrano favorevoli e contrari.
Primi ad essere scissi sono gli stessi produttori liguri: l’oliva taggiasca negli ultimi tempi è stata oggetto di una crescente diffusione, valicando i confini del territorio ligure e favorendo il proliferare di innumerevoli imitazioni.
Diventa quindi urgente la comparsa di un marchio di tutela che argini i possibili danni al prodotto di eccellenza made in Italy, delimitando zone e chiarendo modi di produzione. Ma è proprio qui che nascono le divisioni.
Essendo il cambio nome l’unico compromesso (al momento) possibile per ottenere la Dop, alcuni agricoltori temono che l’utilizzo di giuggiolina in luogo di taggiasca – ormai conosciuto in tutto il mondo – possa ledere gli affari.
A promuovere strenuamente il “sì”, invece, ci pensa la Confederazione degli Agricoltori di Imperia (CIA): “si, perché è l’unica strada per fare la Dop della taggiasca e difendersi dalla concorrenza sleale, usando il termine taggiasca anche per l’olio Dop del ponente al posto di Riviera dei Fiori – si legge sul Liguria Business Journal, e spiega ancora – una via da percorrere, già portata a termine con successo dai produttori del Prosecco è quella di sostituire il termine originario della varietà, nel nostro caso taggiasca con un suo sinonimo nel registro nazionale e schedario olivicolo”.
Ma lo scoglio più grande da affrontare è quello dei francesi: ultimi parvenus nel panorama della produzione olivicola taggiasca, si schierano contrari al cambio nome gridando un sonoro “no” alla Dop, decisamente intenzionati a difendere il loro nuovo business.
Che si aprirà una nuova storia infinita come quella che ha riguardato la Pizza Napoletana e la relativa attribuzione del marchio STG (Specialità Territoriale Garantita)? Staremo a vedere.
[Immagini: teradeprie, ciagia, sanremo | Link: La Stampa, Liguria Business Journal]