Mesticanza, osteria contemporanea a Roma in zona Montesacro
In Via Nomentana Nuova a Roma — al posto di una vecchia pizzeria con forno a legna — ha aperto Mesticanza, “osteria contemporanea” con 30 coperti. Un unicum in questa zona di Roma dove sono presenti molte pizzerie ma pochi locali dalla cucina più raffinata o di rilevanza.
Vi sareste mai aspettati di trovare un’osteria elegante e attenta al design? Questo è il concetto dell’organizzazione degli spazi da Mesticanza. Un progetto messo in piedi da una coppia di autodidatti della cucina e della ristorazione, laureati entrambi nel campo dell’ingegneria civile e dell’architettura. E famelici viaggiatori, alla ricerca di ispirazione e di stimoli, in giro per il mondo per apprendere culture culinarie prossime e lontane.
Lorenzo Sonnati è il proprietario di origini umbre (Castiglione del Lago), Giorgia Lucarelli è la chef romana doc del quartiere Montesacro che ha lavorato molte estati ad Anzio e Nettuno.
Dopo il riuscito esperimento di ristorazione sulle sponde del Lago Trasimeno, la coppia ha deciso di trasferirsi a Roma e di aprire Mesticanza.
Il design dell’osteria contemporanea Mesticanza a Roma
Il design d’interni, dal gusto industriale ma con tocco naturale è a cura dello stesso Sonnati. I mobili sono in rovere, rami di quercia pendono dal soffitto immersi nell’acciaio corten, alle pareti muschio stabilizzato con rondelle di legno, il pavimento è a lisca di pesce in due tonalità.
Il locale è essenziale anche nella scelta di non coprire i tavoli in legno con tovaglie. Mesticanza può, inoltre, contare su un ampio dehors, destinato a un massimo di 35 ospiti. Si inserisce sulla piazzetta esterna in una sorta di “hortus conclusus” con 50 piante di alloro.
Il nome Mesticanza rievoca la varietà di erbe di campo nell’insalata mista che offrono una miscela di gusto e, allo stesso tempo, prendono forza grazie all’opposizione di sapori. Ciò viene sottolineato grazie alla predilezione di prodotti locali — stagionali e sostenibili — con l’aggiunta di un pizzico di esoticità, data da alcuni ingredienti forestieri che, tuttavia, ben si sposano con il carattere dei piatti, rendendoli più intriganti.
Il sottotitolo di osteria contemporanea vuole invece alludere all’immagine dell’oste. Il ristorante vuole accogliere e far sentire a proprio agio i commensali, come abbracciati nel tepore domestico, proprio per questo il servizio non è “ingessato”. Lorenzo è poi affiancato dai suoi collaboratori come Emanuele, sommelier Fisar.
Cosa abbiamo assaggiato nella cena stampa
Si parte dalla Cave a Vin nel piano interrato dell’osteria Mesticanza a Roma. Dispone già di 2500 etichette per una capienza di 5000 bottiglie, tra produttori convenzionali, aziende biologiche e chi si è lanciato nell’avventura dei vini naturali. Qui proviamo il prosciutto di cinta senese 60 mesi per poi risalire e accomodarci a tavola.
Con il pane fatto in casa degustiamo Farneticante di Borgo La Gallinaccia, Franciacorta Brut, Millesimato 2018.
Passiamo all’antipasto: Mesticanza Meat Market (28 €). Si parte con il Tris di tartare di vitellone bianco dell’Appennino Centrale IGP. La carne è declinata in tre versioni: castagne e panna acida; nocciole, senape di Dijone e sedano rapa; funghi Shiitake, vaniglia e tuorlo d’uovo confit. Si apprezza la presenza di germogli di barbabietola e soia che aggiungono una sensazione al palato interessante. Sullo stesso piatto in lavagna è servito il roll di carpaccio, un involtino ripieno di pera e formaggio, molto buono. Il Tataki marinato al caffè — più particolare per la decisione dei sapori — andrebbe consumata per ultima ma attenzione a non farla raffreddare!
Con la carne cruda beviamo Jasci, un Pecorino biologico senza solfiti, con forte carattere. Se solitamente per il Pecorino si avvertono melone e note erbacee, in questo caso si segnalano note fumé, nonostante non ci sia passaggio in legno. La macerazione dura 3-4 giorni a freddo con bucce.
I primi piatti
Passiamo al primo piatto dell’osteria Mesticanza a Roma: tagliolini burro salato, crumble al limone, seppia e liquirizia (18 €). Un piatto valido da perfezionare in cui si apprezza soprattutto l’accostamento del pesce con la liquirizia.
Non convince molto il Rosato Tucuca di Cardi Reale, Cesanese in legno, vino naturale biodinamico.
Il secondo primo che assaggiamo conquista: la fregola con crema di porcini al miso, crumble di fava Tonka e noce pecan al fumo di olivo (14 euro). Il pepe affumicato al legno di melo è il tocco finale e questo piatto è da segnare in agenda perché la fregola sarda non si trova spesso nei ristoranti romani.
Per i secondi spaziamo. Il salmone al cioccolato bianco e lime con finocchio arrosto e gel di mela verde (22 €) è da provare.
Ma a stupire per semplicità, adattabilità e gusto è la sfera di verza con edamame su crema di patate agli agrumi (18 €), piatto vegetariano sfizioso.
I dolci di Mesticanza, osteria a Roma
Si termina con i dolci (10 € ciascuno). Mela, speculoos e ganache alla vaniglia e cannella è sicuramente il dessert più coraggioso e riuscito in menu.
Proviamo anche la mousse alla zucca e cioccolato bianco al cardamomo su terra di cacao e caffè.
E il Sable Breton al cacao, chantilly alle castagne e coulis di cachi (buono ma va osato di più con le quantità).
Menu e prezzi di Mesticanza Osteria Contemporanea a Roma
- Uovo fondente, crema di parmigiano 36 mesi e porcini al timo (12 €)
- Petto d’anatra, mayonese ai lamponi e chips di riso (14 €)
- Meat market – degustazione di crudi di carne (28 €
- Roll di sgombro alla soya e miele, emulsione di spinacino e daikon croccante (16 €)
- Fish market – degustazione di crudi di mare (28 €)
Primi piatti
- Fregola, porcini al miso, crumble di fava tonka e noci pecan al fumo di ulivo (16 €)
- Spaghetto all’aglio nero, funghi shiitake, crudo di scampi e polvere di cozze (22 €)
- Tagliolino, burro salato, limone, seppia e liquirizia (18 €)
- Tubetti crema di zucca, ragout di coniglio a punta di coltello, cannella e crumble al timo (20 €)
- Cannellone di ossobuco, salsa allo zafferano, arancia e cardamomo (18 €)
Secondi
- Salmone al cioccolato bianco e lime, finocchio arrosto e gel di mela verde (22 €)
- Baccalà zucca porcini e nocciole (22 €)
- Filetto di maiale con composta di mele e cipolla di cannara, salsa alla barbabietola all’anice e pavè di patate (20 €)
- Guancia di vitellone, salsa al cioccolato e cavolfiore (20 €)
- Sfera di verza e edamame su crema di patate agli agrumi (18 €)
Dolci
- Mela speculoos e ganache alla vaniglia e cannella (10 €)
- Mousse alla zucca e cioccolato bianco al cardamomo su terra di cacao e caffè (10 €)
- Sable breton al cacao, chantilly alle castagne e coulis di cachi (10 €)
Chiuso