Pane di Pasqua abruzzese. La ricetta salata con il lievito madre
Paese che vai, pizza e pane di Pasqua che trovi.
Voglio parlarvi del pane di Pasqua abruzzese. Che di fatto, è una sorta di gemello diverso della pizza.
In molte regioni, specie quelle del centro sud, cambiano le forme, cambiano i nomi, ma la sostanza resta sempre la stessa.
Sia la versione dolce che quella salata del pane di Pasqua, sono piacione. Innegabile.
Per preparare il pane di Pasqua andrebbe utilizzato del lievito madre e procedere poi ad una doppia lievitazione.
La forma ideale, seppur irregolare, deve tendere al rettangolare/ovale.
Come spesso accade per le ricette della tradizione, gli ingredienti sono diversi, così come i procedimenti.
La ricetta del pane di Pasqua abruzzese
Ingredienti
3 uova
180 g di lievito madre (oppure 25 g di lievito di birra o, ancora 7 g di lievito disidratato)
100 g di acqua
50 g di burro
100 g di latte
50 g di olio extra vergine di oliva
600 g di farina 00
Pepe (q.b.)
200 g di rigatino a cubetti
100 g di provolone a cubetti
50 g di pecorino grattugiato
150 g di pancetta a cubetti
Procedimento
Sciolgo il lievito nell’acqua, aggiungo il latte e poi l’olio ed il burro sciolto.
In una ciotola, o nella planetaria, verso il composto e poi aggiungo la farina e le uova.
Impasto con cura il tutto amalgamando continuamente gli ingredienti. Aggiungo un po’ di pepe.
Devo ottenere un impasto molto morbido. Una volta terminato, lo depongo in un recipiente coperto.
Lascio riposare sino al raddoppio volumetrico dell’impasto.
Aggiungo i formaggi e la pancetta ed impasto nuovamente con cura.
A questo punto posso dividere il tutto a metà, ottenendo due panetti che metto nei rispettivi stampi imburrati.
Attendo che raddoppino nuovamente.
Inforno a 180°C per circa quaranta minuti.
Una volta che il pane avrà raggiunto una colorazione piuttosto scura, sforno e faccio raffreddare del tutto.
Di quest’assaggio pasquale colpisce la forte sapidità, la buona grassezza e la vivacità ridondante del pepe.
Da abbinare ad esempio, ad uno spumante metodo classico, ad un lambrusco oppure ancora, ad un vino che sia comunque giovane, morbido e possibilmente con ritorni fruttati.
Siete pronti per assaggiarlo?