Pasticceria Gattullo. I primi 60 anni sempre in Porta Lodovica a Milano
La Pasticceria Gattullo, in Porta Lodovica a Milano, ha compiuto 60 anni sabato.
“Correva l’anno 1961 e Giuseppe Gattullo, da tutti chiamato Peppino, era un uomo saggio e un gran lavoratore. La sua immensa passione e tanta esperienza hanno dato vita alla Pasticceria Gattullo che, ben presto, divenne un luogo di incontro, oltre a soddisfare i palati più fini.”
Così, con queste poche righe pubblicate sui social, Gattullo ha celebrato i suoi primi 60 anni di vita. Poche righe essenziali, che non riescono a rappresentare bene cosa è stata la Pasticceria Gattullo per Milano e i Milanesi.
Un indirizzo, quello di piazzale di Porta Ludovica, che è stato un punto d’incontro per più di mezzo secolo. Da qui sono passati tutti, famosi e meno famosi, artisti e sportivi. Ma anche gli abitanti della zona, studenti e professori della vicina Università Bocconi.
Qualche nome, nelle foto che arredano il locale. Enzo Jannacci, Beppe Viola, Cochi (Ponzoni) e Renato (Pozzetto), Diego Abatantuono, Giorgio Gaber, Sergio Endrigo, Paolo Villaggio. Dario Fo, Mariangela Melato, Gerry Scotti, Augusto Martelli, Lino Toffolo (una vecchia foto lo ritrae dietro il bancone). Massimo Boldi, Teo Teocoli, Luciano Bianciardi, Raffele Pisu, Bruno Lauzi, Umberto Bindi, Karel Thole. Ezio Biagi, Nereo Rocco, Gianni Rivera, Bruno Pizzul, Tito Stagno. Giorgio Faletti, che cita il cappuccino della Pasticceria Gattullo nel suo romanzo Appunti di un venditore di donne. Ma una citazione di Gattullo la si trova anche in Quelli che… di Beppe Viola.
La Pasticceria Gattullo fa parte di quel ristretto gruppo di pasticcerie storiche milanesi, con Cova, Sant’Ambroeus, Biffi, Marchesi, Taveggia, che fanno parte dei Landmark cittadini assieme al Duomo e al Castello.
La storia della Pasticceria Gattullo
“Mio padre Giuseppe, per tutti Peppino, e mio zio Michele,” ha raccontato Domenico Gattullo al Giornale, “sono arrivati a Milano da Ruvo di Puglia nel 1926. Mio papà ha lavorato nelle migliori pasticcerie della città, poi nel 1961 ha aperto il primo laboratorio. Io avevo 21 anni, incassavamo 15mila lire al giorno. All’inizio avevamo un locale molto piccolo, poi ci siamo ingranditi e c’è stato il boom.”
Giuseppe, “l’offelè di Porta Ludovica”, come scrisse il Corriere della Sera, Ambrogino d’Oro 1980, è mancato nel 1997. Aveva aperto la sua pasticceria dopo aver lavorato nelle migliori pasticcerie milanesi – San Babila, Sant’Ambroeus, Baj, Besana.
Il figlio Domenico, classe 1939, ha lavorato alla gastronomia Galli in via Settembrini, a Parigi da Chez Maxim, a Venezia da Cipriani. Cavaliere del Lavoro, resta patron della pasticceria Gattullo.
Dopo la scomparsa della moglie Lella ha lasciato il timone al figlio Giuseppe e alla nuora Vanessa. Ma lui rimane in negozio, un monumento alla Milano di una volta, un simbolo della città migliore.
La pasticceria Gattullo propone dolci classici, ma è sempre aggiornata al gusto e alle esigenze della contemporaneità. Famosa per i suoi panettoni, per panini e tramezzini, per l’aperitivo “Domenichino”: una variante dello spritz, realizzata con bitter, Campari, Aperol gin e Cointreau.
E anche per le brioche, rito della colazione milanese.
La fama oltre il bancone
La fama della Pasticceria Gattullo è meritata, basta entrare e assaggiare qualsiasi cosa. Lo testimoniano anche le menzioni che abbiamo già citato, di Faletti e Beppe Viola.
Anche i panini sono famosi, e hanno avuto la loro celebrazione letteraria. Nel locale è incorniciato un testo di Enzo Jannacci che li celebra, e di cui riportiamo qualche stralcio.
“Il materiale impiegato per la confezione di un triplo special potrebbe risolvere i più gravi problemi di alcuni paesi del terzo mondo. Fidel Castro ha dichiarato che potrebbe rinunciare ai mercati sud americani e asiatici per la vendita dello zucchero se Domenico Gattullo fosse disposto a diventare suo cliente.
Domenico Gattullo è proprietario dell’omonimo bar sito a porta Lodovica (Milano), uno dei punti d’incontro più chic del mondo. Il triplo special è il panino più sontuoso che mai sia stato ideato dall’uomo, un autentico capolavoro dell’arte italiana, l’opera più avanzata della tecnologia culinaria universale.
Naturalmente la gamma dei panini creati dal genio di Domenico è varia e irreversibile come dice la parola stessa. Caratteristica di questi panini:
1) il grado di fantasmagoria multipolicromica;
2) potenziale scarsamente nutritivo;
3) il prezzo: ottantamila lire l’uno.
[…] Ma passiamo ora alla descrizione dell’interno del famoso bar che ha fatto pronunciare a De Chirico la famosa frase “Ammetto di aver sbagliato”.
Alle pareti, Pissarro, Picasso e Cochi e Renato, appesi per i piedi perché scoperti a mangiare un panino portato da casa. Bancone in oro massiccio, posateria acquistata dallo zar bisognoso di liquido, a Mosca, mentre era in pieno svolgimento la rivoluzione d’ottobre. Bicchieri del Louvre e tappeti ceduti, perché troppo costosi, dallo scià di Persia, il ben noto Reza Pahlevi. Nel retro (se così si può definire una sala che ricorda il bed-room di Ramsete III) piscina in avorio del ‘700 con dimensioni assai vicine a quelle del famoso mar Caspio. In questa sala Mark Spitz svolge il suo normale lavoro di bagnino con sette medaglie d’oro sul petto.
Al centro di questo semplice apparato c’è, come detto, il panino in varie interpretazioni, ideato e realizzato dal signor Domenico che ha studiato per molti anni i segreti del tonno in scatola. Il segreto di questa straordinaria escalation politico-gastronomica del bar Gattullo è racchiuso nella cassaforte, [dove] è custodita la maionese.
Al bar vige un perfetto sistema democratico: esistono infatti panini speciali per operai e muratori, per esponenti della sinistra extraparlamentare ed ex legionari, per guerriglieri sudamericani e ustascia. La dimensione politica del panino è suggerita dal prezzo dello stesso che può variare da un minimo di 150 lire a un massimo di ottantamila, il tutto regolato da una rivoluzionaria legge economica ideata e sottoscritta per il signor Domenico dal barone Rotschild da non confondere col barone de Coubertin che si occupa di stupidaggini. La formula, di poche parole, dice esattamente cosi: oggi non si fa credito, domani sì.”
Ma segnaliamo anche, a proposito di riferimenti cult, anche la colzione con la sfogliatina con i mirtilli, citata in una canzone, Colazione da Gattullo, di I miei migliori complimenti.
Pasticceria Gattullo. Piazzale di Porta Lodovica, 2. Milano. Tel. +39 0258310497.
[Link: Zero.eu, il Giornale]