Pediatri sotto accusa: pensate ai bambini o all’industria alimentare?
L’avevamo lasciata nei panni del grande accusatore. La ritroviamo sul banco degli accusati. Parliamo della Federazione Italiana Medici Pediatri (Fimp) rea, secondo il Movimento Difesa del Cittadino (Mdf), di aver firmato una locandina che conterrebbe “una pubblicità nascosta aggressiva e allarmistica”, troppo sbilanciata a favore dell’industria alimentare, a tutto svantaggio del cibo naturale. “A che gioco giocano i pediatri?”, titola un articolo pubblicato sul sito dell’associazione. “Curano i bambini o gli interessi dell’industria alimentare?”.
La segnalazione è arrivata da alcuni genitori e pediatri che hanno partecipato al congresso della Federazione lo scorso ottobre e ha per oggetto una locandina dedicata al tema dello svezzamento che mette a confronto gli alimenti allo stato naturale (frutta, verdura, carne e latte vaccino) con quelli specifici per l’infanzia, prodotti dalle aziende (omogeneizzati, latti di proseguimento).
A far storcere il naso a Mdf sono alcune cifre in calce alla locandina che finirebbero per gettare un’ombra sui cibi comuni: “Il 50% della frutta fresca contiene livelli di pesticidi non idonei all’alimentazione infantile”. Oppure: “il 34% del grano in Italia contiene residui di pesticidi troppo elevati per l’alimentazione infantile”. Segue l’invito: “Scopri i vantaggi degli alimenti specifici per l’infanzia. Chiedi al tuo pediatra”.
“Questa locandina mette in dubbio un principio sacrosanto di tutto il cibo, a prescindere a chi sia destinato, ovvero la sicurezza alimentare”, ricorda il Movimento Difesa Consumatori. “Oltretutto l’Italia, con tutti i suoi difetti, detiene il miglior sistema di prevenzione e contro lungo tutta la filiera agro-alimentare”.
Senza contare, come ricorda Silvia Biasotto del Dipartimento Sicurezza Alimentare di Mdc, che esiste anche il biologico che “esclude per l’ortofrutta l’utilizzo di sostanze di sintesi chimica come concimi, diserbanti e insetticidi” e che questa categoria di prodotti è disponibile anche attraverso i “canali della filiera corta che permettono di abbattere anche fino al 50% in meno del prezzo praticato”. E comunque, si chiede l’associazione, “”Non sarebbe stato meglio che anche i pediatri, con la loro forza scientifica, avessero chiesto a gran voce, come da tempo fanno associazioni a tutela dell’ambiente e dei consumatori, un passo avanti” sulla strada della sicurezza alimentare?
La preferenza accordata al cibo industriale specifico per l’infanzia non tiene conto, secondo Mdc, neanche di aspetti nutrizionali e di educazione al gusto. “Gli omogeneizzati di frutta hanno in media più calorie della frutta fresca”, ricorda Margherita Caroli, responsabile della ASL Brindisi e coordinatrice scientifica del Progetto europeo Periscope sull’obesità infantile. “Ad esempio 100 g di omogeneizzato di pera contengono circa 70 Kcal contro le 35 di 100 g di pera fresca. Essendo omogeneizzati e avendo aggiunti zuccheri semplici hanno un alto indice glicemico” e inoltre “stimolano ancora di più la già innata preferenza del bambino per il gusto dolce”, con la conseguenze che “se i lattanti si abituano al gusto più dolce degli omogeneizzati, è poi molto difficile abituarli al gusto della frutta fresca”.
Mdc conclude con un duplice appello. Ai pediatri: “Ci auguriamo di non trovare negli studi pediatrici la locandina in oggetto”. E ai genitori: “Invitiamo tutti i genitori a comunicarci una eventuale presenza e le loro impressioni all’indirizzo silviabiasotto@mdc.it“.
[Fonte: Movimento Difesa del Cittadino]