Pesto Giovanni Rana: genovese? No, fatto a Chicago
Il pesto alla genovese, compreso quello di Giovanni Rana, dovrebbe essere una salsa tipica della cucina ligure a base di basilico, buon olio extravergine locale, sale, aglio, pinoli (o noci), formaggio pecorino e parmigiano reggiano.
Parliamo di una delle specialità italiane più apprezzate nel mondo, ma anche una delle più contraffatte.
Infatti, spesso il pesto che si trova nei supermercati o nei ristoranti non rispetta la ricetta originale e utilizza ingredienti di scarsa qualità o addirittura provenienti da altri paesi.
Sembrerebbe il caso del pesto prodotto negli USA da Giovanni Rana, notissima azienda di pasta fresca, sequestrato nel porto di Genova per dubbi sulla sua italianità.
Il sequestro del pesto di Giovanni Rana
Il sequestro è avvenuto il 17 aprile 2023, quando gli ispettori di frontiera del Ministero della Salute hanno bloccato quasi 800 fusti che contenevano oltre sette tonnellate di pesto nel porto di Genova.
Il motivo del sequestro è stato il sospetto che il pesto non fosse prodotto in Italia, ma negli USA, dove Giovanni Rana ha uno stabilimento a Chicago.
La reazione di Giovanni Rana
Di fronte al sequestro, l’azienda di Giovanni Rana ha fatto ricorso al Tar Liguria, sostenendo che il pesto fosse prodotto negli USA con ingredienti italiani e che fosse conforme alla normativa vigente.
Inoltre, ha dichiarato che il pesto era destinato al mercato estero e non a quello italiano, dove viene commercializzato solo pesto prodotto in Italia.
“Pastificio Rana – attraverso la propria controllata americana Rana Meal Solution – produce pesto per il mercato americano utilizzando esclusivamente Basilico coltivato in Liguria con certificazione DOP ottenuta dal Consorzio di Tutela del Basilico Genovese DOP; l’azienda è il maggiore esportatore di basilico DOP a livello mondiale da circa 12 anni; l’etichetta del prodotto in questione, infatti, riporta la dicitura “100% Imported italian basil DOP” e il bollino di certificazione del Consorzio di Tutela del Basilico Genovese DOP. Pastificio Rana – certa della correttezza del proprio operato e del rispetto delle normative nazionali ed internazionali – ha mostrato la massima collaborazione e trasparenza e ripone la propria fiducia nell’operato degli organi giudiziari competenti”.
L’azienda ha anche sottolineato che il pesto di Giovanni Rana non contiene olio di palma né conservanti e che rispetta i criteri di qualità e sicurezza alimentare.
Il dibattito sul pesto alla genovese
Il caso del sequestro di pesto di Giovanni Rana ha riaperto il dibattito sul pesto alla genovese e sulla sua tutela.
Molti consumatori e associazioni hanno espresso la loro preoccupazione per la diffusione di prodotti che imitano il pesto alla genovese senza rispettarne la ricetta e la tradizione.
Alcuni hanno anche chiesto maggiore trasparenza e informazione sull’origine e la qualità degli ingredienti utilizzati.
Per difendere il pesto alla genovese e valorizzarne le caratteristiche, esiste un consorzio che rilascia il marchio DOP ai produttori che rispettano il disciplinare di produzione e che utilizzano solo basilico genovese coltivato nella zona tipica.
Fatto in casa
Il sequestro di ben sette tonnellate di prodotto Giovanni Rana, è l’occasione per ribadire come il pesto alla genovese siaun patrimonio gastronomico italiano che merita di essere salvaguardato e promosso. Per questo, è importante scegliere prodotti che garantiscano l’origine e la qualità degli ingredienti e che rispettino il disciplinare di produzione.
Detto questo, se possibile, sarebbe una buona abitudine preparare il pesto alla genovese in casa, senza farlo annerire, seguendo la nostra ricetta tradizionale e utilizzando un mortaio di marmo e un pestello di legno, per ottenere la salsa cremosa e profumata che ci meritiamo.