“Piazza Scaturchio” per i golosi del dolce a Napoli
Come direbbe il saggio Oscar Wilde: “So resistere a tutto tranne che alle tentazioni”. È così che dopo la ricca “degustazione” a base di pizza Napoletana, seguo il consiglio di Gino Sorbillo e mi dirigo all’Antica Pasticceria Scaturchio, che riapre i battenti proprio il giorno della mia gita a Napoli!
Dopo la crisi ed il fallimento nel 2009, la storica pasticceria napoletana (inaugurata nel 1905) è stata ufficialmente rilevata dall’imprenditore Edoardo Trotta, che ha già dato il via ad una serie di rinnovamenti per il progetto di una sorta di «piazza Scaturchio». Nella cornice di Piazza San Domenico Maggiore infatti, Trotta ha concentrato tutte le sue attività, affiancando allo stellato ristorante Palazzo Petrucci sia la vecchia sede della pasticceria che il Gran Caffè Aragonese, ormai cambiando nome in Scaturchio. Tra i numerosi obiettivi di Trotta vi sarà anche l’apertura di diversi punti vendita a marchio Giovanni Scaturchio sia a Roma che a Milano con successiva espansione anche a Londra e a Parigi.
Da inesperto turista goloso, mi trovo però ad entrare nella nuova sede della pasticceria (quella storica con laboratorio è più piccola e proprio di fronte alla piazza) che ha rimpiazzato il vecchio caffè aragonese, trovando sfortunatamente il servizio ancora in rodaggio. Decisamente ridotta l’offerta giornaliera sia nel campo dolce che salato, anche se in futuro sarà prevista una variegata proposta, dai panettoni fino al fronte gelato. La location con la terrazza è comunque molto piacevole e riesco in extremis a reperire un cameriere molto disponibile in grado di illustrarmi ile preparazioni da non perdere. Solo dopo il mio ritorno a Roma, ahimè, verrò a sapere (con numerose imprecazioni) di essermi perso per il mio sbaglio di sede, la vera specialità della pasticceria: il definitivo Ministeriale.
Nonostante ciò ho comunque modo di farmi un’idea della fama di Scaturchio, assaggiando una buona e divertente pastiera in formato mignon, ed un memorabile babà dalla bagna gradevolmente delicata. Ottime anche le sfogliatelle classiche, rubate dalla mamma; peccato per il servizio ancora incerto dovuto al primo giorno di apertura, ma le premesse per un “dolce” futuro ci sono già tutte.
Si conclude così, in un tripudio di zuccheri, il mio primo soggiorno napoletano, che però ha confermato in così breve tempo, quanto questa città abbia molto da offrire per gli amanti del buon cibo, sia sul fronte dolce che sul salato! 😛