Battipaglia. Questa pizza è un film, anzi, una PizzaArt
Quante volte abbiamo usato il gusto per parlare di un film? Descrivendolo dolce o amaro, oppure tenero o duro.
Nasce da qui la Cinegustologia di Marco Lombardi, giornalista del Messaggero e docente di “Cinema ed enogastronomia” all’università Suor Orsola Benincasa di Napoli, e nasce da qui la serata a PizzaArt con tre pizze di Vito De Vita, due spicchi del Gambero Rosso, associate a tre autori campani.
Una buonissima pizza al carbone vegetale con cime di rapa e pomodori cotti la cui “leggera cupezza” (se il colore è scuro, la consistenza è quella di una nuvola) è stata associata alla “leggera cupezza” di Eduardo De Filippo, capace di raccontare con ironia le tragedie più irrimediabili, con il pomodoro che rappresentava la dolcezza della risata e le cime di rapa l’amaro che i suoi film, alla fine, lasciano sempre in bocca.
La morbida cremosità di una pizza alla crusca con fiordilatte, crema di parmigiano e pomodorini freschi è stata associata alla tenerezza (scioglievole) di Massimo Troisi, con l’acidità dei pomodorini che dava la “freschezza” del suo cinema e la croccantezza dell’impasto il “suono” della sua ironia.
Il “dolce sottobosco” di una pizza ai 7 cereali con porcini e castagne sbriciolate è stato associato alla dolcezza con cui Totò ha raccontato il sottobosco dell’Italia di allora, purtroppo non diverso da quella di oggi.
Si è poi chiuso con un tiramisù di Helga Liberto che Marco Lombardi ha associato a uno splendido brano di Pino Daniele, “Quanno chiove”, scelto da Massimo Troisi per il suo film “Pensavo fosse amore invece era un calesse”: se la sua dolcissima crema rappresentava il romanticismo insito nella canzone, l’amaro del caffè ricordava il senso di melanconia che rimane in bocca dopo l’ascolto del brano.
E a voi una pizza vi fa venire in mente un film?
PizzaArt. Via Rosario, 14, Battipaglia. Tel. +39 0828 1840582