Milano. IGPizza convince con le pizze dai nomi strani
Il posto dove si trova IGPizza a Milano è improbabile: siamo sul controviale di un viale a fianco di un cavalcavia della circonvallazione più esterna di tutte…
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Ok, ovviamente non è un dato negativo, anzi – ma colpisce il fatto che questa nuova pizzeria IGPizza (cioè Italian Gourmet Pizza), non abbia cercato una collocazione più “facile”, in una delle (ormai tante) zone della cosiddetta movida cittadina, o magari, perché no, in una delle zone della “mia” movida, ovvero vicino a casa mia, o al mio ufficio, come hanno fatto, ad esempio, la Ravioleria Sarpi, la pizzeria Briscola e il nepalese Achar.
Ma comunque direi proprio che la pizza vale il viaggio. A parte il fatto che IGPizza nasce anzitutto come pizza da asporto: “IGPizza è nata da circa un mese con un obiettivo abbastanza ambizioso, cambiare il modo in cui è percepita la pizza da asporto e domicilio”.
Ovvero, di proporre al consumo a domicilio un prodotto di qualità, non standardizzato, non “deprimente” e soprattutto non depresso (e comunque c’è posto anche per mangiarsela lì in sede.)
Questo si traduce in un menu di 25 pizze, differenti a partire dal nome: quella che gli altri chiamano Margherita qui si chiama Avanti Savoia. E il resto del menu continua con questa onomastica fuori dagli schemi che mi intriga già solo alla lettura.
Le peculiarità ovviamente non sono solo nel nome.
Alle mie richiesta di delucidazioni, i due soci-imprenditori (che, stranamente, non sono ingegneri o manager, ma hanno una formazione giuridica), oltre al perché mi hanno raccontato anche il percome: “Facciamo un blend di farine che comprende un 80% di tipo 1 e per la parte restante farina integrale, semola di grano duro Perciasacchi siciliana, segale e canapa sativa. L’abbiamo studiato per avere un intenso sapore di grano che non si limiti a essere semplice supporto per gli ingredienti ma sia parte integrante del gusto complessivo. Oltre a reggere particolarmente bene in fase di consegna/asporto, senza risultare mai troppo gommoso. L’impasto è di tipo indiretto, utilizziamo un poolish [pre-impasto, NdR] fatto con semola di Perciasacchi, farro monococco e integrale, con un’idratazione finale intorno al 75%. Con un tempo di lievitazione / maturazione complessivo di almeno 72 ore fra temperatura ambiente e cella frigo. Ci piace moltissimo sperimentare però, per cui andiamo continuamente a fare piccoli aggiustamenti su blend e tecnica”.
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Una quarantina di fornitori per le materie prime – e presto un sito per raccontarli e raccontarle. Il sito non è ancora pronto. Ma c’è una pagina Facebook che funziona.
Ovviamente, ho iniziato con una Avanti Savoia, 6,90 €. Pomodoro San Marzano dell’Agro Sarnese-Nocerino, Fior di Latte a doppia cagliata dei Monti Lattari, formaggio di bufala stagionato, basilico di Prà.
L’aspetto è quello che vedete in foto: dopo il nostro articolo sulla pizza #canotto, e le polemiche relative (per la cronaca: mi offro volontario per smaltire i cornicioni scartati dalle amiche diciamo così un po’ troppo selettive, o schizzinose che dir si voglia), sono in imbarazzo a esprimermi in merito, specie sulla minore o maggiore #gommosità, anzi, #canottosità del cornicione.
Ma la pizza, nel suo insieme, mi è piaciuta, e anche la consistenza del cornicione: non troppo, né troppo poco.
Le altre pizze (da 6 a 15 €) pensate da IGPizza con il loro pizzaiolo Onofrio Vadalà (ex-Sapori di Giovy: una pizzeria che penso di andare a provare presto) si muovono tra la tipicità regionale, un po’ come ha fatto Pizzità, un pizzico di onomastica creativa e alcuni accostamenti provenienti dal mondo della mixology. Qualche esempio?
Formaggi di Lombardia: Casera della Valtellina, Stracchino all’antica delle Valli Orobiche, Gorgonzola del Lodigiano, Bagòss di Bagolino, 9,50 €.
Reale di Atessa, ovvero Lardo di suino nero dei Nebrodi, Fior di Latte a doppia cagliata dei Monti Lattari, fichi caramellati di Atessa, cipolla stufata, granella di nocciole del Piemonte, 11 €.
Un Vermut sui Nebrodi: accosta alla salsiccia di maiale nero dei Nebrodi e alla mozzarella di bufala una riduzione di Vermut Cocchi Dopo Teatro, 13 €.
Norma in Due Atti, con melanzane in due consistenze al sentore di Dry Gin e ricotta infornata di pecora Comisana, 9,50 €.
Non C’è Solo Bronte che unisce alla mortadella una crema di pistacchio di San Biagio e una granella di pistacchio tostato di Stigliano, 14 €.
Rolli Genovesi che al Fior di Latte e al pesto accosta pomodorini confit, Prescinsêua e pinoli tostati, 11 €.
Cormons 1940, con prosciutto di Cormons, 12 €.
Bresaola sul Mare che all’immancabile Fior di Latte e alla bresaola di montagna accosta un caprino di Camosciata delle Alpi, noci di Sorrento, miele di agrumi da Ape Nera sicula, songino, e arance di Ribera disidratate, 14 €.
Non ho mangiato nessuna di queste, però: il mio bis è stato una delle due “pizze del mese”, che appunto cambiano mensilmente. Per il mese di gennaio sono Merluzzo? Col Cavolo! (Mozzarella a doppia cagliata dei Monti Lattari, merluzzo scottato alla salvia e pepe bianco, salsa di melograno, cavolo nero, granella di pistacchio di Stigliano) e – quella che ho preso io – Cuba.Skye A-R: Crema di bufala al whisky Talisker Storm [ovvero metà del nome: Skye, NdR], pomodorini gialli di Battipaglia, porri di Carmagnola gratinati, polvere di caffè Cuba Serrano Superior [l’altra metà, NdR]. 12 €. Un mix di sapori perfetto.
Che altro? Un locale semplice semplice, forse un po’ freddo, senza fronzoli – una pizzeria di quartiere – ma la musica e il personale aiutano. Un forno elettrico, dove – ho letto da qualche parte – le pizze cuociono a 460°C. Piastre riscaldate su cui le pizze vengono completate prima della consegna, o di essere servite su un vassoio metallico.
Mi si dice di confezioni particolari per la consegna: “box termici coibentati che vengono mantenuti elettricamente a temperatura costante all’interno delle Twizy Cargo che utilizziamo per le consegne. Inserite in cartoni della pizza che attraverso un brevetto registrato permettono di convogliare al di sotto della pizza tutto il vapore presente, con il doppio scopo di mantenerla croccante senza che si ammolli e creare un cuscinetto termico che la mantenga calda più a lungo.”
E un frigorifero per le bibite (niente vino) particolarmente originale: birre del Birrificio Lariano (5/6,50 €), e bibite tutte da scoprire: io ho preso una Fritz Cola (3,50 €), diversa da tutte le altre cole assaggiate, ma ci sono molte altre proposte, allo stesso prezzo: Violet Sparkling (gazzosa ed estratto di violette), Elderflower (menta, lime, sambuco), Bergamella (bergamotto calabro), e così via.
E una vocina mi dice di informarmi sui tempi di percorrenza e consegna da IGPizza a casa mia – oppure di informarmi sugli itinerari migliori per passare a mangiare le altre 24 pizze che mi mancano. Per non parlare di quelle mensili…
IGPizza – Italian Gourmet Pizza. Via Brunelleschi, 4. Milano. Tel. +39 0284240698.
[Immagini: IGPizza, iPhone Emanuele Bonati]