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Vino
12 Agosto 2011 Aggiornato il 6 Aprile 2019 alle ore 20:21

Qualità | La vendemmia dei grand cru a macchina o a mano?

A differenza dei quotidiani e dei telegiornali che in questo periodo sembra abbiano desiderio di riempire gli spazi con qualsiasi cosa, la notizia
Qualità | La vendemmia dei grand cru a macchina o a mano?

A differenza dei quotidiani e dei telegiornali che in questo periodo sembra abbiano desiderio di riempire gli spazi con qualsiasi cosa, la notizia pubblicata da Decanter.com è di grande interesse per gli amanti del vino di qualità e rimette in discussione alcune nozioni tecniche ormai date per acquisite.

I fatti: a partire dalla prossima vendemmia i proprietari dei 5 vigneti della Côte-de-Nuits classificati grand cru e monopole, proprietà cioè di una sola azienda, hanno chiesto all’INAO (Institut National des Appellations d’Origine) di proibire la vendemmia meccanica. Per il momento la modifica del disciplinare riguarderà “solo” Romanée-Conti, La Tache, La Romanée, La Grande Rue e Clos de Tart ma il progetto è quello di vietare le macchine per la vendemmia in tutti i grand cru della Bourgogne.

Va detto che le macchine non sono mai entrate in nessuno dei cinque vigneti e che i loro proprietari si sono anche accordati per ridurre le – già basse – rese per ettaro e per rendere ancora più rigoroso il disciplinare di produzione. Secondo le statistiche solo il 5% dei vigneti classificati grand cru viene vendemmiato a macchina e la maggior parte dei produttori sono d’accordo nel proibirne l’uso, la previsione è di arrivare a questa modifica nel 2014.

Altri problemi, da ricchi!, rispetto a quelli che leggiamo sulle prime pagine dei nostri giornali ma al fresco di un ombrellone o di una cantina vale la pena riflettere su quello che simili decisioni possono provocare e magari pensare se e come misure del genere potrebbero produrre dalle nostre parti.
A detta di molti tecnici (soprattutto quelli che le usano) le macchine sono in grado di raccogliere uva di grande qualità senza danneggiarla e anzi garantiscono una velocità che a mano è impossibile immaginare e costituiscono quindi una notevole garanzia contro i rischi legati alle condizioni meteorologiche.

Questa mossa dei grandi borgognoni però sembra smontare questi argomenti e non tanto dal punto di vista tecnico quanto da quello narrativo (ebbene sì Bocchetti, ho detto narrazione!). E la novità arriva dal massimo livello, come spesso accade Oltralpe, per poi diffondersi a caduta su tutti i vini della zona, anche – perché no? – quelli che continueranno a essere vendemmiati a macchina!

Spero di sbagliarmi, ma già mi pare di sentire il coro dei tecnicisti a oltranza, quei modernisti estremi (à la Ferrara) che per amor di posizione sono pronti a sostenere qualsiasi tesi che appaia loro minimamente moderna. Ebbene per il vino le cose, ci dicono i proprietari di alcuni tra i più celebrati vigneti del mondo (è un understatement, trovatemi un quintetto migliore e vincerò il titolo NBA per sempre!), funzionano in modo diverso: quello che conta è produrre prima e comunicare poi, eccellenza a ogni livello senza limite alcuno. Le macchine non erano vietate, non fanno male alle piante ma i migliori preferiscono rinunciarvi, non sempre è meglio fare tutto quello che si può fare.

E voi, che ne pensate?

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