Raw Food. Il crudismo è la tua nuova religione detox
Appendete la pentola al chiodo, Signore e Signori. Oggi si mangia crudo.
Parlo di una delle ultime tendenze salutiste in fatto di regime alimentare, il raw-food. Mai sentito? Puoi triturare, essiccare, disidratare, centrifugare… insomma s-cucinare, ma addio ai fornelli! Protagonisti: germogli, frutta, verdura.
Ora, nonostante io sia da sempre “mangio-diverso friendly” e nonostante le sue intenzioni salutiste/etiche, questo regime alimentare così estremo mi perplime. Marino Niola nel suo “Si fa presto a dire cotto” dice che la cottura del cibo, insieme all’acquisizione del linguaggio, rappresenta il passaggio dalla natura alla cultura; ogni diverso modo di cuocere è un universo simbolico a sè.
Ecco, la mia perplessità deriverà da un attaccamento sentimentale alla ritualità, alle tradizioni, alla storia nascoste dietro l’atto del cucinare.
Al di là delle implicazioni storico-culturali, dalla scienza arriva un secco no al crudismo in quanto la dieta raw risulterebbe estremamente sbilanciata (le proteine non possiamo appenderle al chiodo!). Certo la cottura svilisce la forza nutrizionale dei cibi, ma che dire degli innumerevoli vantaggi che produce?? Il cibo è più digeribile, meno grasso, più assimilabile e -not the last!- più buono!
Insomma, il raw food non convince.
Scopro con sorpresa che però sono molte le persone che decidono di sperimentare il crudismo per periodi brevi come cura detox; due-tre giorni e si sentono meglio. Funzionerà davvero? Chissà… provare per credere?
Molti sono i siti che illustrano ricette (anche di dolci e cioccolatini) da preparare senza l’uso del fuoco. Vi invito – sempre scettica – a visitare uno di questi siti (tuttocrudo, che ha un ricettario curioso ma sicuramente assortito, o crudismo e se volete anche all’estero) e a farvene un’idea.
Ditemi la vostra, sono sempre pronta a ricrUdermi!
[Federica Bernardo]