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Ricette
25 Novembre 2011 Aggiornato il 31 Marzo 2019 alle ore 09:37

Ricette minimal | Le polpette di vitella in bianco di Poldo

Quando ero bambino ero pazzo di Poldo Sbaffini. Vi chiederete: ma chi diamine è? Semplice, l’amico di Braccio di ferro: quello pigro, accidioso, sempre
Ricette minimal | Le polpette di vitella in bianco di Poldo

Quando ero bambino ero pazzo di Poldo Sbaffini. Vi chiederete: ma chi diamine è? Semplice, l’amico di Braccio di ferro: quello pigro, accidioso, sempre affamato di polpette. Magari nella versione originale erano hamburger, ma in quella italiana diventavano polpette. Le adoro e neanche una lunga giornata come questa mi ha fatto passare la voglia. Manzo, vitella, agnello, bollito, in qualsiasi modo o maniera.

La sola conclusione possibile, per questa scorpacciata sferica della Strana Coppia, sono le minimali, immancabili polpette di vitella in bianco. Le adoro, le faccio ancora semplici, come le preparava la mia mamma e io le preparo ai miei figli. Belle, gagliarde, golose nella loro semplice patina bruciacchiata, tirate con il vino bianco. Da mangiare con le mani, senza neanche tagliarle, a morsi, come faceva Poldo, appunto.

Andrea sta ancora finendo di spazzolare le ultime polpettine di bollito, in una mano la palletta fritta, nell’altra un bicchiere di vino. Gli dico: “Ma non avrai più fame…” Lui, sornione, mi guarda e aggiunge: “Beh, ancora un languorino”… Rido!

Un pezzo di polpa di vitello, bello chiaro. Poi il tritacarne, ma solo una passata, così si sente la consistenza della carne. La mollica di pane casareccio ammollata nel brodo (odio il latte!). Un poco di mortadella a dare grassezza, una spolverata di noce moscata e pepe bianco. Un uovo, giusto a tenere, poi il parmigiano delle vacche bianche. Una grattata energica di buccia di limone, per dare nerbo, profumo e un pizzico di sale.

Tra le mani le forgiamo, tonde e lisce, un rapido passaggio nella farina e sono pronte. La padella d’alluminio sul fuoco, un pezzo d’aglio e rosmarino, giusto a prendere profumo. Poi li togliamo, non vogliamo siano troppo intense. Le polpette vanno nell’olio caldo, a dorarsi per bene, le muoviamo spesso, per non farle bruciare.

Dopo qualche minuto, quando sono belle dorate, una spruzzata abbondante di vino bianco, quello buono. Nel nostro caso un Pecorino, che ci ha tenuto compagnia per il pomeriggio. Il rumore dello sfrigolio è allegro e confortante, il profumo appagante, un ultimo giro nella padella e sono pronte, mentre Andrea flasha come un matto.

Il piatto è pronto, ma non credo servirà… finiranno prima di chiedersi se erano vere…

Ingredienti per 6 persone:

500 g di vitella
150 g di mortadella
50 g di parmigiano
1 uovo
Una buccia di limone
Aglio e rosmarino
Sale
Pepe
Noce moscata
2 dl di vino bianco

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