Uova al Fipronil. Conoscere i marchi da evitare in Italia oltre alle omelette surgelate Kagerer
Prima le omelette con uova al Fipronil a Milano. Si tratta di 127 confezioni di omelette surgelate “Atsuyaki Tamago” da 600 grammi dell’azienda tedesca Kagerer (e non Kagerr come indicato da molti giornali) commercializzate da International Trade Group: la scadenza del lotto è 16 febbraio 2018 e di queste 117 risultano già vendute il 29 giugno scorso. E forse consumate, avverte Il Sole 24 Ore.
Oltre ad inorridire per il fatto che non ci si riesca a preparare a casa (improbabile visto il peso delle confezioni) piuttosto che in un locale una frittata a partire dalle uova (diciamo noi), va segnalato che le omelette contaminate hanno fatto la loro apparizione in Lombardia e che l’assessore regionale Giulio Gallera ha invitato a consegnare le confezioni superstiti alla sede della International Trade Group in via Canonica 25 a Milano.
Anche nelle Marche sono spuntate uova al Fipronil. E nel Lazio. E ora in Campania.
Merito dei controlli a tappeto che hanno un solo difetto: non dicono i nomi degli utilizzatori di uova al Fipronil a differenza della Francia dove il ministero ha diffuso via internet una bella tabella con tutti i nomi dei prodotti da evitare e in quali catene di supermercati si trovano.
In Italia ci dobbiamo accontentare delle dichiarazioni di Roberto Moncalvo della Coldiretti che chiede di “fare i nomi delle aziende coinvolte, pubblicare come in Francia subito l’elenco dei prodotti coinvolti e togliere il segreto sulla destinazione finale di tutti i prodotti alimentari importati rendendo finalmente pubblici i flussi commerciali delle materie prime provenienti dall’estero”. E quindi anche ovoprodotti come le omelette surgelate che richiamano – ma solo per suggestione, sia chiaro, dovuta alla sensazione che non sai mai cosa c’è dentro perfettamente – la mozzarella Frozen di cui Coldiretti è fiera sostenitrice.
Se basteranno le etichette a guidarci nella scelta dei prodotti il futuro ce lo dirà (il 26 settembre comunque è in programma la riunione della UE perché il sistema di allerta sanitario ha qualche pecca), per ora possiamo solo registrare che l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Meridione ha scoperto altri due casi di uova al Fipronil. Il direttore, Antonio Limone, spiega all’Ansa che “I risultati sono stati già inviati alla Regione Campania, al servizio veterinario regionale e alle Asl ed è stato disposto il sequestro sia dei centri di imballaggio che degli allevamenti annessi e il rintraccio e il ritiro dal mercato di eventuali prodotti contaminati. All’origine del contagio potrebbe esserci un trattamento illecito degli animali o, così come avvenuto in Olanda, una contaminazione ambientale dovuta al trattamento del terreno in assenza di animali. La Regione ha già sentito il Ministero per trattare il caso analogamente a quanto avvenuto in altre regioni di Italia. I controlli proseguono su tutta la filiera con l’obiettivo di continuare a garantire la sicurezza alimentare dei prodotti e di tutelare i cittadini consumatori della Campania”.
I due centri di imballaggio sono a Benevento e a Sant’Anastasia e riguardano in un caso direttamente le uova, nell’altro ovoprodotti.
Ora se qualcuno dicesse i marchi commerciali dei prodotti potremmo pure riconsegnarli a qualcuno invece che mangiarli.
Aggiornamento del 23 agosto 2017. I “ritrovamenti” di uova al Fipronil in Italia aumentano a due a due. Repubblica avverte che migliaia di uova sono state sequestrate a Viterbo e ad Ancona.
Ad Ancona il sequestro ha riguardato 6mila uova e un allevamento con 12mila galline; a Viterbo, 53mila uova destinate a alimentazione umana e 32mila uova destinate all’alimentazione animale.
L’unica nota comune tra tutti i sequestri è che non vengono diffusi i nomi di chi ha usato il Fipronil.