I 15 requisiti indispensabili per aprire un ristorante di successo
Come si fa ad aprire un ristorante di successo?
Risponde Allan Bay, giornalista e scrittore gastronomico (e anche cuoco a casa sua per i fortunati amici) che ha pubblicato su Facebook i consigli nati da un confronto con un amico.
Riportiamo il suo testo così come lo ha proposto.
Eugenio Medagliani è un caro amico, da tanti anni. Di mestiere vende attrezzi per la cucina, di passione è un acutissimo analista del mondo della ristorazione, uno dei più lucidi che io abbia mai incontrato. E’ un carissimo amico, lo vedo spesso, parlare con lui è sempre piacevole e comunque sempre imparo qualcosa: le sue sono delle lezioni meravigliose.
Bene, parlando dell’argomento in questione con lui, parecchi anni fa, tirò fuori una lettera che anni prima aveva mandato a un qualche critico, non ricorda quale, forse Raspelli. Eccola.
Riguarda i motivi che spingono i clienti a scegliere un ristorante, lui identifica in 15 le “situazioni” che guidano la nostra preferenza. Importante: sono in ordine logico, cioè la prima è più significativa della seconda, la seconda della terza e così via. Le voglio condividere con voi.
15 situazioni per identificare un ristorante di successo
- L’indirizzo, cioè l’ubicazione nell’ambito della città.
- La facilità di parcheggio, soprattutto per la sicurezza e la distanza.
- L’aspetto esteriore dell’immobile, la sua bellezza, difficile da definire ma facile da riconoscere.
- L’aspetto e l’importanza dell’ingresso, la sua capacità di metterci più o meno a nostro agio e di attirarci dentro.
- Il primo impatto, l’accoglienza del proprietario o del personale, la loro cortesia, il sorriso garbato.
- Il guardaroba deve essere molto sicuro: nessuna ama lasciare abbandonato a sé il paltò.
- La gradevolezza dell’arredamento e della sala, il loro equilibrio stilistico, che devono essere adeguati al livello del ristorante, mai inferiori ma neanche superiori.
- La presentazione del tavolo: dalle posate alle porcellane, dalle tovaglie ai bicchieri, che deve essere adeguato al livello del ristorante e alla sua collocazione.
- L’aspetto della carta delle vivande (non si chiama menù!), la descrizione accurata di tutti i piatti (che ne sappiamo se leggiamo: bucatini alla bella zia?), le eventuali lingue straniere per aiutare nella scelta chi non conosce la nostra lingua.
- Lo stuzzichino e l’aperitivo iniziali, che ovviamente non dovranno essere poi inseriti sul conto.
- La gentilezza e i suggerimenti nella presa della comanda.
- Lo stesso per la carta dei vini.
- La distribuzione esatta dei piatti ai vari commensali senza chiedere: di chi è…
- L’impatto visivo del piatto, ovvero l’arte di posizionare armonicamente le vivande.
- Il gusto, il profumo e la qualità intrinseca del cibo che ci viene offerto.
Sarà vero? Vedete un po’ voi, noi concordiamo con lui al 100 percento.