Pesciolino a Roma, la cena stampa per scoprire il ristorante di mare
Come rispondere ai post di grigliate di pesce degli amici in vacanza, magari da splendide terrazze affacciate sul mare?
Con i piatti di Fabio Pecelli, chef di Pesciolino, una delle più recenti aperture a Roma.
Locale piccolino e molto curato nel design e nel comfort, ha debuttato a maggio scorso a via Belsiana, nel cuore del centro storico. Pesciolino è creatura di Dario Asara, già patron dei due Ginger (uno poco distante, a via Borgognona, e l’altro, piu recente, di piazza Sant’Eustachio), che per questo nuovo locale ha scelto un format 100% mare.
In linea con le tendenze e i gusti del momento, Pesciolino è anche fish bar per aperitivi gourmet con mixology, da godersi direttamente al bancone affacciato sulla cucina (a vista)
Lo chef
Di suo, Fabio Pecelli contribuisce con un’esperienza di tutto rispetto, rodata in cucine di rilievo: dal debutto con Niko Romito, per poi passare all’Hotel de Russie prima e poi con chef Andrea Fusco al Giuda Ballerino nell’anno in cui ha guadagnato la stella, dove è rimasto come sous chef per i cinque successivi. Seguono il Pastificio San Lorenzo e il Caffè Propaganda, le docenze presso Coquis Ateneo di cucina, e finalmente una brigata tutta sua, a Pesciolino, dove Pecelli può proporre un’idea di menu di mare che più mediterranea non si può.
Menu che cambiano secondo la stagionalità, ça va sans dire, e basati su un’attenzione maniacale alle cotture, che Pecelli ha definito letteralmente “ancestrali”: tradotto, significa soprattutto marinature e fuoco.
A questo proposito la cucina è stata dotata di forno a carbone Pira per grigliate e affumicature che fanno invidia alle braciate più spettacolari.
La prova
Si vede il passato gourmet dello chef a cominciare dal benvenuto: burro e alici, ma con stile!
Ammicca a paesaggi marini con i ciottoli, la cialda soffiata di riso che pare spuma di mare, il salmastro del burro e alici e le erbe di macchia. Chiudo gli occhi e sembra di essere al Circeo.
L’antipasto di tonno bianco alalunga arriva sotto forma di ceviche (in menu lo trovate come Sedice… Cevice, il nome va pronunciato alla romana, con la ‘c’ strascicata) guarnita di guacamole, limone e prezzemolo e accompagnata da un gazpacho leggero al cetriolo. Molto fresco e ben equilibrato tra acidità, grassezze e punte balsamiche dalle erbe che Pecelli coltiva direttamente. Santolina, elicrisio e acetosella – quindi per niente scontate – danno un tocco molto originale.
Il secondo antipasto di tagliatelle di seppia è quello dell’Oooh: puntuale, quando il cameriere scoperchia la piccola boule e rivela (non solo agli occhi, ma anche al naso) un ricco sughetto alla Luciana, in cui riversare le seppie (crude) per una rapida mescolata e una lussuriosa forchettata. La scarpetta è inevitabile. Anche perché il pane è fatto quasi in casa (viene dal Ginger di Sant’Eustachio).
Il primo di pasta chiama in causa le linguine Felicetti condite con aglio e olio (piu ancestrale di così…) si arricchiscono di origano, olive taggiasche, e briciole di peperone crusco, pane, lattuga di mare e pomodoro, per accogliere piu comodamente un’ottima alice fresca affumicata nel forno (di cui sopra). Veloce, semplice, ma esplosivo: “Non ci siamo inventati niente – è il commento dello chef – usiamo quello che già c’è“.
Anche per il raviolo di pasta fresca ripieno di burrata, allora: servito con il sugo dell’impepata di cozze acquista in equilibrio e addolcisce il salmastro del mollusco, per un boccone molto rotondo.
Dopo le alici, i molluschi, le seppie, è la volta del salmone: selvaggio e in trancio, arrostito e servito in salsa alla diavola, come se fosse pollo. Umido dentro, croccante fuori, goloso.
Due parole per il vino: l’abbinamento proposto è con le bottiglie dell’azienda di famiglia, Le Masciare, una vecchia conoscenza: il buon Fiano di Avellino si conferma una gran bella beva, mentre ho trovato meno emozionante il rosé di Aglianico.
Dessert insolito per un ristorante, ma giusto per chiudere un pasto così ricco e dai sapori intensi. Lollipop di cremoso allo yogurt con copertura di cioccolato e polvere di cocco. Si gustano così, senza pensarci, con fare casual, in attesa del caffè, ma neutralizzano bene il palato e rinfrescano. E con le temperature di Roma ad agosto c’è solo da augurarselo!
Pesciolino è aperto tutti i giorni, e serve il pranzo dalle 12.30 alle 15.00 mentre aperitivi e cena vanno dalle 18.30 a mezzanotte; i piatti in carta vanno da 12 a 24 €. Per una cena completa lo scontrino medio si aggira sui 50 €, tutto considerato ben spesi.
Pesciolino. Via Belsiana, 30. Roma. Tel. +39 06 6979 7843
[Immagini: David de Nardo]