Ristoranti e hotel, il posto fisso cercatelo altrove
Il posto fisso? Non cercatelo in azienda agricola né in hotel o in un ristorante. Si dà il caso infatti che in questi settori dell’economia si concentri la fetta più consistente di lavoratori precari.
A questa conclusione è giunta la Confederazione Generale Artigianato di Mestre che si è presa la briga di disegnare l’identikit del giovane precario oggi. E questo è il profilo che ne è venuto fuori: “Percepisce mediamente 836 euro al mese, solo il 15% ha una laurea, il 46% ha un diploma di scuola superiore, il 39% ha conseguito la licenza media. La Pubblica amministrazione è il suo principale datore di lavoro e nella maggioranza dei casi lavora nel Mezzogiorno. In termini assoluti l’esercito dei precari è pari a 3.315.580 unità e la retribuzione netta mensile media tra i giovani con meno di 34 anni è di 836 euro. Questa retribuzione sale a 927 euro mensili per i maschi e scende a 759 euro per le donne”.
Ed è tra i giovani che non hanno proseguito gli studi dopo la maturità, precari a basso titolo di studio più a rischio in questo periodo di crisi economica, che l’hotellerie, la ristorazione e l’agricoltura pescano più volentieri lavoratori da assumere con le tipologie contrattuali classiche del lavoro precario: contratti a termine e di collaborazione e partite Iva. Hotellerie e ristorazione ne occupano il 28,3%, a fronte di una media nazionale del 14,5%, per un totale di 337 mila lavoratori.
[Fonte: cgiamestre.it, winenews.it Foto: affaritaliani.libero.it]