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5 Maggio 2020 Aggiornato il 10 Giugno 2020 alle ore 06:32

Ristoranti e plexiglas. Lettera accorata alla task force per evitare il cilicio

A Milano, il Goga Cafè ha deciso di installare il plexiglas sui tavoli per garantire sicurezza in vista della riapertura
Ristoranti e plexiglas. Lettera accorata alla task force per evitare il cilicio

Il cilicio. Il 1° giugno andremo con il cilicio al ristorante per espiare i nostri peccati. Non mi viene altra considerazione nel guardare le foto pubblicate da Repubblica di questo Goga Caffè a Milano.

La mia amica viscontea mi dice che non lo conosce e che probabilmente ha aperto negli spazi prima occupati da Patti bakery & bistrò in via Giulini, non lontano da Foro Buonaparte.

Si è attrezzato di tutto punto dando interpretazione post moderna e fighetta al plexiglas del tradizionale Parlatorio e rendendo vero e tangibile il peggiore incubo che ha popolato le nostri notti di indomabili ottimisti e mangiatori seriali.

Questo ristoratore sui tavoli del suo caffè ha montato una H di plexiglas per isolare il cliente dal commensale dirimpettaio e dai vicini di tavolo e, sciccheria della sciccheria, ha inserito anche un profilo rosso per rendere visibile l’ingombro delle leggera struttura.

La voglia di ritornare al ristorante e il plexiglas

plexiglass ristorante

Bellissimo, converrete anche voi. Soprattutto bellissimo il solo pensiero di mangiare in questa cabina a metà tra l’allevamento dei polli e quello dei conigli in batteria.

A 100 € a plexiglas – almeno tanto ho letto sia il prezzo in altri articoli – è stato un investimento sicuro anche perché i prezzi dell’iconico materiale dell’emergenza coronavirus, quello che vorrebbero farci trovare anche sulle spiagge modello Reclusorio, sono destinati a salire.

Il plexiglas scarseggia peggio delle mascherine chirurgiche il cui prezzo, come è noto, è lievitato dai 10 centesimi dell’era pre Covid-19 ai 2 € di media e soltanto ora è stato calmierato a 50 centesimi che è sempre 5 volte tanto.

Peccato che a scartabellare tra tutte le ordinanze, decreti e moduli di autocertificazione che fin qui la macchina burocratica dello Stato Italiano è riuscita a produrre non si faccia cenno nemmeno in un allegato bis a questi divisori di plexiglas se non per l’audace sortita del presidente della Regione Lazio, Zingaretti, che l’ha confinato alle casse.

Montarli ora in assenza di prescrizioni potrebbe essere un geniale anticipo per distruggere qualsiasi voglia di ritornare a sedersi a un tavolo di un ristorante o di una pizzeria.

Per questo vi prego, o voi illuminati componenti delle task force dell’intera Italia, uscite una linea guida, un vademecum, una preghiera a nostra signora del tavolino, ma liberateci per sempre dall’incubo del cilicio in plexiglas. Ne va della nostra voglia di andare al ristorante. Ve lo chiedo rispettosamente all’interfono del divisorio che ho montato sul tavolo in cucina per far stare tranquillo il mio gatto. Grazie. Anche a San Gennaro.

[Immagini: Fotogramma]

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