Livello 1 a Roma, pensavo fosse un garage invece è un ottimo ristorante
A volte le apparenze ingannano ma per fortuna c’è il lieto fine. Proprio come al ristorante Livello 1 a Roma in via di Buoninsegna all’Eur. Però mi capirete, siamo in un quadrante non proprio votato alla ristorazione, fatto di uffici e residenti (sporadicamente anche io) che volgono l’attenzione ad altri quartieri. Almeno per la cena. Del ristorante Livello 1 ne avevo sentito parlare, ma i preconcetti di cui alle righe superiori mi avevano tenuto lontano. Ed è pur vero che l’indirizzo è a pochi passi da casa con l’aggravante che è anche aperto da circa 8 anni.
Poi il buon Fabio Carnevali, che cura l’ufficio stampa, mi ci ha simpaticamente mandato. Ma non al ristorante. Pessima idea ascoltare i consigli di un ufficio stampa ho pensato quando ci siamo accomodati al tavolo del ristorante di stile contemporaneo. Cucina a vista, grandi cristalli decorati a far da porta, ambiente de luxe.
Il menu è il biglietto da visita
Mi arriva un tremendo menu con inappuntabile copertina ma fogli della stampante infilati nelle plastiche. Nemmeno nei peggiori bar di Caracas. Una veloce occhiata alla lista e mi si para un muro di parole con font al limite dell’illeggibile.
A Roma si dice annamo bene. Ma faccio subito ammenda perché nemmeno ho ascoltato il timidissimo chef e il compostissimo maître che volevano suggerirci piatti fuori carta o il degustazione. Saltato perché nel dettaglio dei piatti mancava un primo. Brodetto va bene, ma un po’ di pasta. E senza dolce.
Ci sarebbe voluto l’egittologo, mi sono detto quando ho scelto i piatti alla carta insieme ai miei tre commensali. Perché il brodetto non è una zuppa, ma un piatto di pasta. Siamo andati abbastanza sul classico per timore di una deriva gourmet che potesse sconfinare sulle righe dei font illeggibili. D’altronde il menu è o non è il biglietto da visita di un ristorante?
Ma le doglianze finiscono qui (qualche appunto lo muoverei alle foglie delle piante di decorazione, ma non si mangiano). Perché lo chef Mirko Di Mattia ci sa fare e anche molto. Supportato dalla proprietaria Emilia Branciani, che ha disegnato il ristorante e poi si è dedicata anima e corpo alla ristorazione, ha a disposizione pesce freschissimo. Direttamente dalle aste di Formia conquistato dalla signora a suon di rilanci. Pesce che tra l’altro rifornisce anche i banchi della pescheria annessa. Si chiama la Pescatoria, crasi tra pescheria e gastronomia perché propongono anche piatti pronti da portare a casa. Con il naming, è vero, non ci siamo. Anche Livello 1, che starebbe a significare ristorante di ottimo livello, suonava a mo’ di piano garage del centro commerciale dei Granai. La finisco per davvero con le note negative (ma si potrebbe cambiare nome in Livello Mare?).
Come si mangia al ristorante Livello 1
Perché già dai benvenuti lo chef Di Mattia ingrana la marcia giusta e parte a razzo. Bottoncino con tracina e guacamole, olivetta all’ascolana di mare. Seguiti dalla pasta patate e cozze variante de Roma di risopatatecozze pugliese. Focacce e pane buono assieme all’olio del frantoio abruzzese Coletta.
Il polpo arrosto, con crema di patate, porro e verza ad accompagnarlo, ha buona consistenza e gusto.
Meglio i calamari ripieni di cime di rapa e bagnati dalla crema di fagiolini cannellini. Due piatti mare e monti da consigliare senza indugio.
Ed eccolo il famigerato “In Brodetto” che in realtà sono tubetti alla romana con gamberi, calamaretti e tracine in un “brodo” ristretto. Lo storytelling del comunicato stampa, che ho chiesto in seguito, recita: la preparazione parte dalle lische e dai carapaci dei crostacei e si arricchisce via via con un sugo di totani e pomodoro, poi con la bisque di crostacei e con l’acqua di vegetazione di cozze e vongole. Manca solo la parte del risottare al tavolo. Ma poco cambia: buonissimi.
E anche il più semplice tagliolini alle vongole è perfetto con la pasta che viene su senza ammassarsi e divinamente scende.
Comincio a pentirmi dei preconcetti e, pur avendo già mangiato i primi chiedo se c’è spazio temporale per assaggiare l’altro antipasto che occhieggiava tra i font. Arriva un baccalà con crema di bruschetta di pane, uva e lardo di Colonnata che levati da torno. Perfettamente bilanciato nella sapidità, va a nozze con il grasso nobilmente gourmet ma se fosse stato della porchetta di Ariccia andava bene uguale. Gran perizia dello chef.
I secondi
Scelta tranquilla per le commensali con un San Pietro al forno servito al gueridon e cotto a puntino. Umido al punto giusto.
Roma è la regina del quinto quarto? Probabile e qui lo chef del ristorante Livello 1 Mare fa faville con il pesce spada che incontra l’animella e lo spinacino.
E con il cefalo con funghi pioppini, fegatini di pollo, fondo di aglio nero e caffè. Il comunicato parla di contaminazione, ma il cefalo sta ai fegatini di pollo come il piccione sta al caviale. Piatto pop del ristorante Livello 1 al pari del precedente e promosso anch’egli.
Ci resettiamo.
La varietà e l’incursione del baccalà farebbero saltare il dolce. Ma la curiosità c’è. Riprendiamo in mano il papiro menu e tiriamo fuori il confort all’ennesima potenza: strudel con gelato allo zabaione. Lo chef del ristorante Livello 1 Mare ci sa fare anche sul versante dolce.
Anche in versione creativa con Alice, foresta disneyana con gelato semifreddo ai lamponi, crumble di cacao e meringhe a funghetto. Buono, ma lo strudel sta due spanne su.
Conclusione: dimenticate le apparenze, i nomi, i menu plastificati se in cucina c’è uno chef come Mirko di Mattia. E segnate questo ristorante all’Eur nella vostra mappa anche se la vostra idea massima di livello è 10.
Voto: 8,5/10
Menu e prezzi del ristorante Livello 1 a Roma
Menu degustazione Terra Mare da 5 portate (80 €)
Antipasti
Gran Crudo (60 €)
Carpaccio di fragolino, rapa rossa, cavolfiore, mandorle e mostarda di frutta (23 €)
Crostacei (14 € l’etto)
Ostriche (6 € cadauna)
Tartufi di mare (3 €)
Ricci (4 €)
2 crudi e 2 cotti (35 €)
Baccalà, crema di bruschetta di pane, uva e lardo di Colonnata (23 €)
Calamaro ripieno di cime di rapa su crema di fagioli cannellini (23 €)
Polpo, crema di patate, porro e verza (23 €)
Primi piatti
Tagliolino alle vongole (23 €)
Paccheri con cozze, mandorla, lime e basilico (23 €)
Tubetto alla romana in brodetto (27 €)
Spaghettone Felicetti con crostacei (16 € l’etto, per tutto il tavolo)
Con astice blu o aragosta (20 € l’etto, per tutto il tavolo)
Secondi
Pesce spada con animella (28 €)
Cefalo con funghi, fegatini di pollo in patè, fondo di aglio nero e caffp (28 €)
Pescato al forno, al sale o in guazzetto (95 € al kg)
La Catalana (165 € al kg)
La griglia – scampi, mazzancolle, gamberi rossi (160 € al kg)
Dolci
Emilia, pancake, nocciola, panna e sciroppo d’acero (12 €)
Strudel con gelato allo zabaione (12 €)
Alice (14 €)