Roma. 10 motivi per scegliere il panino entro i 5 € di Lucus in Tabula
Il lavoratore, viandante stanco in cerca di prelibatezze impossibili per la pausa pranzo, al netto di qualche nome altisonante (leggi Settembrini 1, 2 e 3), nient’altro troverà in uno dei tanti lembi di Prati, a Roma, pullulanti di studi legali, dipendenti Rai e scolaresche acerbe (gastronomicamente). Il panorama offre solo improbabili secondi piatti grondanti d’olio, pretenziosi primi e sedicenti bistrot.
Finché, lupus in fabula, rectius lucus in tabula, non cadete nel suo negozio: gastronomia accogliente, discreta, silenziosa. E la musica cambia. Fuori l’umanità degli sfamati senza gusto, dentro voi, cercatori coraggiosi.
Ma attenzione. Entrate da Lucus in Tabula solo se:
- Quel che cercate per la pausa pranzo è anche un semplice, sincero panino. Niente classifiche, primati, recensioni
- Vi affascina la rosetta d’antan, la focaccia senza glamour, la schiacciata che non strizza l’occhio a nessuno
- Cercate un posto dove un panino stia dentro i 5 euro
- Per companatico apprezzate formaggio di alpeggio, salumi di animali bradi, sottoli con una marcia in più
- Non avete preconcetti per il piatto pronto. Se è buono in partenza, lo sarà anche una volta scongelato e riscaldato al microonde
- Siete alla ricerca di un luogo per la spesa gourmet last minute, di passaggio in zona o in fuga dall’ufficio, ma poi non sentite il bisogno di dirlo ai quattro venti (vantarsene con gli amici non avrebbe senso, il luogo è ancora pressoché sconosciuto ai circuiti gastrofighetti)
- Cercate consigli ma non qualcuno che vi convinca. All’uomo (Luca Barale) un po’ di consenso non farebbe male. Ma si sa, piacioni si nasce
- Siete disposti a sentirvi rispondere che il guanciale tal dei tali è finito e pure il formaggio che una volta vi ha fatto battere il cuore (bontà, si sa, non fa rima con quantità)
- Mangereste con sottofondo jazz ma anche col cicaleccio radiofonico di romanisti (o forse laziali) alterati (niente mezze misure)
- Non cercate conferme, sorrisi a 32 denti, chiacchiere e romanesca affabilità. Qui si dice l’essenziale e l’interessante è dietro la vetrina.
E cioè:
Formaggi di alpeggio selezionati, formaggi di alpeggio stagionati in grotta (Azienda agricola Nicoletta, Ivrea), taleggio artigianale e Strachitunt del Caseificio Taddei Strachitunt (Bergamo), scamorza, burrata, ricotta e latticini del caseificio Corbo (Rionero in Vulture (Piacenza), formaggi affinati (mosto di prugne, menta, miele e spezie) di Degust (Bressanone, Bolzano).
Salumi: coppa di testa alle mele, crema di lardo alle erbe, bresaola di fassona, salame di Langa della macelleria Giacobbe (Sassello, Savona), prosciutto Dop Toscano e prosciutto di Sauris, cotechino e zampone della macelleria Regnani (Modena), mortadelle artigianali (anche al tartufo) di Bonfatti, salumi piemontesi Chiapella (di Langa, al tartufo, al Barolo, di bue Carrù), carpacci di carne e pesce di Bernardini, wurstel, speck e Canederli della macelleria Weger – Hartmann (Falzes, Bolzano).
E inoltre: carne chianina da ordinare e ritirare in sottovuoto, una buona selezione di vini (“scelgo bottiglie con un buon rapporto prezzo-qualità”, dice Luca Barale e non sembra un cattivo ragionamento), birra artigianale, pasta di Gragnano, pasta lucana bio con grano Senatore Cappelli, riso bio proveniente da piccole risaie del Vercellese e veronese, salse e condimenti bio, pestati e spezie, confetture e conserve, sottoli della Masseria Mirogallo (Matera), tonno di Colimena (Avetrana, Taranto), selezioni di cioccolato e gianduia di Bodrato (Cariata d’Orba, Alessandria) e Maglio (Lecce), salse di Tuttovo (Rivoli, Torino) e prodotti bio certificati per celiaci.
Mica male, vero?
Lucus in Tabula. Via Silvio Pellico, 26. Roma. Tel. +39 0664564116