Romano: no agli Ogm. Cambio di rotta al Ministero dell’Agricoltura
Lotta alla contraffazione, etichettatura d’origine e no agli Ogm. Ecco in tre punti il programma del nuovo ministro delle Politiche Agricole Saverio Romano, reso pubblico in occasione della prima Festa Internazionale della Dieta mediterranea che si è tenuta a Brindisi.
In linea con l’antenato Luca Zaia e in discontinuità con il predecessore diretto Galan, che sugli Ogm aveva cambiato rotta rispetto all’ex titolare del ministero delle Politiche Agricole in quota Lega, Romano, pescato nel gruppo parlamentare dei Responsabili, si è espresso chiaramente a riguardo: “Impediremo che gli Ogm possano avere spazio nel nostro mercato. Non ci potrà essere competizione se diamo libero accesso ai prodotti che possono essere realizzati ovunque. La nostra agricoltura va difesa anche con meccanismi di tutela, quindi con l’etichettatura e dicendo no agli Ogm”.
Torna quindi l’asse tra il Ministero e le Regioni, compatte contro gli Ogm, dopo l’intermezzo di Galan e lo scontro che lo aveva visto protagonista tra ministero e assessorati regionali all’agricoltura, restii ad emanare linee guida sulla sperimentazione sugli organismi geneticamente modificati e convinti della necessità che una presa di posizione contraria alle biotecnologie dovesse essere adottata in sede nazionale.
“Se le Regioni non emaneranno le linee guida che permettono di effettuare le sperimentazioni sugli Ogm qualcuno lo dovrà fare”, aveva detto Galan dopo che il Consiglio di Stato aveva accolto il ricorso di Futuragra, l’associazione degli agricoltori favorevoli all’introduzione delle biotecnologie in agricoltura, consentendo la semina in Italia di una varietà di mais Ogm, la ‘Mon 810’ della Monsanto e dopo il decreto anti-Ogm emanato dal ministro Zaia al quale Galan era subentrato.
Ora tra Regioni e Ministero torna il sereno. Meno idilliaci, almeno su questo punto, saranno invece i rapporti con Confagricoltura, l’organizzazione degli imprenditori aderenti a Confindustria, da sempre favorevole ad un’apertura dell’Italia agli Ogm.
Improbabili saranno invece tensioni sulla più innocua questione lessicale sollevata da Romano a Brindisi: “Propongo di cambiare il nome di agricoltura in ‘agricultura’. L’unità d’Italia l’ha fatta l’agricoltura”.
Fonte: ilsole24ore.com
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