Salumi made in Italy +14%. La ripresa e l’euro basso rilanciano l’export
Il 2010 è stato un anno molto positivo per l’export dei salumi. Ha fatto scintille il Prosciutto di Parma, soprattutto nel mercato nordamericano. Gli Stati Uniti, dove le unità vendute hanno raggiunto quota 450 mila, per un valore di quasi 40 milioni di euro (+17% rispetto all’anno precedente) sono diventati il primo mercato per l’export superando la Francia. Ma sono andate bene anche le esportazioni verso il Canada dove l’incremento è stato del 42% (60 mila prosciutti e 4 milioni di euro di valore). Il mercato nordamericano rappresenta ormai il 5% della produzione pregiata del Prosciutto di Parma Dop.
Quello dei prosciutti crudi è in generale il settore che ha ottenuto le performance più brillanti nell’export anche se in crescita è l’intero comparto dei salumi italiani le cui esportazioni, secondo calcoli dell’Associazione Industriali delle Carni, elaborati da Coldiretti, sono aumentate, in quantità, del 14% nei primi sei mesi del 2010. Nello stesso periodo è crescita anche dell’export di prosciutto cotto (+10,1%) e di wurstel e mortadella (+20,7%, dovuto soprattutto all’espansione della domanda comunitaria).
Il semestre chiude positivamente anche per i salami, in particolare grazie alla ripresa dei consumi tedeschi e extracomunitari (+16,3%). Eccezionale la performance delle pancette, schizzate del 27%, grazie soprattutto alla domanda austriaca.
Germania, Francia e Regno Unito i Paesi comunitari dove la ripresa della domanda di salumi è stata più brillante (rispettivamente +10,5%, +13,8% e +22,8%). La ripresa economica e il deprezzamento dell’euro nei confronti di tutte le principali valute internazionali hanno contribuito anche al dinamismo delle esportazioni di salumi verso i mercati extra-Ue, in particolare America (27,2%), Svizzera (+4,8%), Croazia (+29%), Giappone (+22,4%), Federazione Russa (+48,8) e Hong Kong (+41,7%).
Fonte: agi.it, assica.it
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