Sfide gourmet. Il porno rombo di Parini e la sexy orata di Cracco
La categoria è quella del food porn, il braccio armato e di immagine della “dittatura della polpetta” riportata da Internazionale e teorizzata da Steven Poole* con un avvio sugli arancini. Mangiamo (e fotografiamo secondo i canoni, appunto, del food porn) con un percorso simile a quello sintetizzato da Alex James per cui la festa dei 20 anni è tutto un bere, quella dei 30 anni è tutto un drogarsi e quella dei 40 anni è tutto un mangiare.
Non saprei se tutti i percorsi siano di questo tipo soprattutto considerato che spesso diciamo di mangiare la nostra adolescenza. Anton Ego con la Ratatouille ci dice che tra 0 e 20 anni avremmo già fatto un primo bagno di cibo.
La foto di copertina del libro di James, con il pennuto in testa sulla testa dell’ex musicista ora produttore di formaggi, mi è ritornata in mente a colpi di immagini.
Innanzitutto quella di GQ, “mensile signorilmente guardone –dicono–, entra nella cucina di Cracco con due top model mozzafiato, senza nemmeno un tovagliolo addosso” [cit.] e con l’oratona ammiccante a scene selvagge e concupiscenti. E poi la foto scattata nella cucina dell’Osteria del Povero Diavolo con Pier Giorgio Parini che tiene (a fatica) un rombo dell’Adriatico di 6 chili e commentata da Maria R: “Meglio di quello di Cracco”. Sottinteso, il pesce, ho pensato.
E qual è il migliore food porn? A tavola, chiedo? I deschi sono lontani. Per certo il rombo sarà stato assaggiato, l’orata forse no dopo tutte le ore di set fotografico. E di Cracco che gioca con i cibi piccanti c’è l’ostrica con la mozzarella. Piaciuta tanto, pare (ma forse è meglio il caviale della Bellucci).
*Cuochi trattati come rock star. Libri di ricette in testa alle classifiche. La tv invasa dalle trasmissioni sulla cucina. Mangiar bene è la nuova religione laica: una moda insopportabile, sostiene lo scrittore inglese Steven Poole. In una fresca serata d’autunno nella zona nord di Londra, il furgone di una rosticceria ambulante è parcheggiato davanti a un giardino. Le sue spettrali luci verdi lampeggiano e il profumo di pollo arrosto aleggia nell’aria. Un tipo sulla trentina si avvicina mentre parlo con un amico al lato della strada e ci informa che è rimasto deluso da quello che ha assaggiato. “Secondo me gli arancinis non sono abbastanza speziati” spiega, con l’aria di uno che sa tutto e che ha mangiato di tutto. Non ho la più pallida idea di cosa siano gli arancinis, ma annuisco come se sapessi benissimo di cosa sta parlando.